Cosenza

Il 10 febbraio a Cosenza un incontro per la parlare della Madonna del Pilerio

Madonna del Pilerio
L’icona della Madonna del Pilerio tra storia, arte e pietà popolare è il titolo della conversazione che l’editore cosentino Demetrio Guzzardi, terrà lunedì 10 febbraio 2025, con inizio alle ore 18.30 nella Chiesa di San Giovanni Gerosolimitano a Cosenza (la prima traversa a sinistra di corso Telesio, venendo da piazza Valdesi).
L’iniziativa è voluta da una serie di associazioni culturali cosentine, in occasione della festa patronale della Madonna del Pilerio, che si festeggia il 12 febbraio: il Cisom (Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta), Universitas Vivariensis, Centro studi Pileriano, Convegno di cultura “Maria Cristina di Savoia” Presila, Sguardi ecologici, Ars Enotria, Centro culturale cattolico “La Città del Sole”. Dopo la conversazione con immagini si terrà una passeggiata fino alla Cattedrale e subito dopo la visita delle varie icone del Pilerio custodite nel Museo diocesano.
 
La Madonna del Pilerio, tra i tipi iconografici è classificata come una Galaktotrophousa, cioè “Colei che dona il latte”, una Madonna allattante.
Non c’è un altro significato da trasmettere nelle icone se non quello di presentare un segno dell’incarnazione e l’allattamento ne è una prova concreta.
Gesù è nato bambino come tutti gli altri uomini, allattato da sua Madre; proprio in questo gesto viene esaltata la divinità e l’umanità. L’allattamento connota Maria come madre e donna; dare il latte a Gesù trasmette, a chi guarda l’icona, sia un senso di straordinaria umanità che di sacralità. 
Da sempre attributi tipici del femminile sono quelli di procreare, accudire e nutrire.
Allattare significa dare il proprio corpo da mangiare a un altro essere umano bisognoso; nel cristianesimo la più alta donazione di sé è quella di Gesù che nel sacramento eucaristico, offre ai suoi fedeli il suo corpo e il suo sangue.
 
Una particolarità dell’iniziativa è quella del Centro studi Pileriano, nato all’interno dell’Universitas Vivariensis, che ha iniziato a catalogare e conservare tutta la neo iconografia pileriana che si sta producendo negli ultimi anni.
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