Il 28 aprile al Teatro Grandinetti di Lamezia Terme, si terrà la serata d’onore in omaggio all’opera “Compagnia delle Donne”
Giovedì 28 aprile alle ore 21.00, presso il TEATRO GRANDINETTI di Lamezia Terme, si terrà la serata d’onore in omaggio all’opera “Compagnia delle Donne” della regista Angelica Artemisia Pedatella, all’interno della rassegna Vacantiandu edizione 2022.
L’opera racconta, attraverso tre cortometraggi, la vita, il messaggio umano e civile di Concetta Pontorieri, la prima donna di Calabria a laurearsi cento anni fa, di Natuzza Evolo, la mistica conosciuta nel mondo e di Amalia Bruni, la scienziata che ha cambiato il destino di tanti pazienti malati di Alzheimer con i suoi studi e le sue scoperte.
Si tratta di un appuntamento importante, che ad un anno dall’inizio di questa avventura ufficializza un percorso straordinario che ha portato artisti, intellettuali e tecnici calabresi a ritrovarsi in un team unificato per realizzare, a partire dal territorio calabrese, una progettualità culturale volta al cambiamento.
Abbiamo chiesto un parere alla regista, che rappresenta quella fascia di professionisti di ritorno i quali devono rappresentare un fenomeno in crescita per questa terra: «Tutto questo è iniziato quando il mondo era fermo per la pandemia e anche qui in Calabria, terra in cui ero da poco ritornata, sembrava impossibile fare qualunque cosa. Ma io ho sempre saputo che non era vero, era solo la percezione diffusa e che poteva essere smentita.
La libertà interiore ci offre soluzioni laddove gli occhi non riescono a vederle. Così “Compagnia delle Donne” è stato un banco di prova, per me prima di tutto e per tutti gli altri membri del team che intorno a questo progetto hanno iniziato ad unirsi.
È fantastico ritrovarsi ancora tutti uniti a portare avanti questa progettualità che oggi rientra nel piano di un Rinascimento Calabrese sentito e condiviso.
La Calabria mi ha accolto in una maniera che non immaginavo e chi dice che qui non si può lavorare continua a fare del male a questa terra che invece è splendida e, con tutti i difetti e le mancanze frutto di decenni di malversazioni e abbandono, ha però tanta voglia di rifiorire e dire chi è.
Lo vedo negli occhi delle persone che incontro, nelle azioni che molti conducono, spesso in solitaria, nella buona volontà di giovani, adulti, persone semplici, persone delle istituzioni.
La Calabria è un tripudio e non è più accettabile una cattiva informazione che la schiacci in un abito ormai troppo stretto. Ringrazio la mia preziosa collaboratrice Sabrina Pugliese che con le sue intuizioni artistiche ci ha fornito una chiave essenziale per raccontare questa nuova Calabria: la CALABRIA BIANCA.
Il bianco ha in sé tutti i colori, come questa terra, e rappresenta la purezza, una purezza che appartiene alle persone che ho incontrato, ai territori, ai paesaggi, alla voglia di rinascere.
Credo che la Calabria bianca, contrapposta a quella nera del solito racconto criminale, debba essere il faro di tutto quello che succederà in futuro». I numerosi ospiti previsti per la serata faranno da cornice alla visione del lavoro audiovisivo. Intrattenimento, emozioni e un sentimento di orgogliosa appartenenza a questa terra saranno dunque il leit motiv della serata.
Presenti gli artisti del team BA17 che hanno dato vita all’opera integrale, le autorità dei Comuni che hanno sostenuto e patrocinato l’iniziativa, la scienziata Amalia Bruni, protagonista di uno dei cortometraggi, il noto speaker e giornalista Ugo Floro, che per primo ha inteso valorizzare televisivamente il lavoro del team, e l’archeologa Mariangela Preta, direttrice de “Le donne di carta”, movimento culturale nato in nome delle donne.
L’incontro tra la Preta e la regista Pedatella è avvenuto proprio sui territori che hanno visto nascere “Compagnia delle Donne”, una coincidenza significativa che, in fondo, poi tanto coincidenza forse non è.
«È stato incredibile scoprire, proprio ad un anno di distanza, che un’altra donna di valore stava lavorando nella stessa nostra direzione e con le stesse finalità che avevamo noi conferma Angelica Artemisia Pedatella ossia raccontare le donne di Calabria ed il loro legame con il territorio per sottolineare con forza i valori di questa terra, che hanno dato natali a personalità bellissime e che continueranno a farlo.
Valori che dobbiamo promuovere, perché siano un faro per tutti! Per tutto questo voglio ringraziare I Vacantusi che ancora una volta hanno dimostrato il proprio valore umano e professionale nell’accogliere il progetto, nell’accogliere me un anno fa, nell’aiutare il team a portare avanti l’impresa e, oggi, nel promuoverla perché diventi patrimonio di tutti quanti, in una serata aperta liberamente a tutti. La cultura ci appartiene, così come ci appartengono Concetta, Natuzza, Amalia!».
Stesso entusiasmo da parte di Mariangela Preta, che svolge un’opera di rete sul territorio tra Calabria e Sicilia che offre un’altra straordinaria opportunità per la crescita culturale della nostra regione:
«L’incontro con la regista Angelica Artemisia Pedatella ci dice la Preta dà indubbiamente luogo ad una nuova forma di collaborazione in sinergia tra tutti i settori professionali che vedono le donne protagoniste di una rete di intenti con lo scopo di dare una nuova narrazione ai nostri territori.
C’è bisogno di colmare un “vuoto di memoria” legato a donne che hanno dato un apporto fondamentale per la formazione dell’identità culturale del territorio ma anche di disegnare una sorta di itinerario del genio femminile di Calabria.
Abbiamo cercato di farlo con il “Festival del genio femminile di Calabria”, che ha visto nel mese di marzo la realizzazione di 26 eventi, con il coinvolgimento di comuni, fondazioni, archivi, associazioni, scuole, singoli studiosi e appassionati. Indubbiamente questa nuova sinergia trova ancora delle donne riunite su un obiettivo che è chiaramente un’esigenza sentita dal profondo».
Ricordare quel tavolino di un bar, uno dei pochi che resisteva alla pandemia, dove una mattina la regista e i suoi compagni di avventura del team BA17 hanno detto il loro basta e hanno cominciato la loro piccola rivoluzione, adesso si trasforma in un attimo di commozione che rende ancora più speciale questo momento di incontro con la gente.