Italia

Il MOSAC replica al Governo: “Le forze di polizia non chiedono impunità, ma il riconoscimento della dignità del loro lavoro”

“Ringraziamo la Premier Meloni e altri esponenti del Governo per la sensibilità dimostrata verso le lavoratrici e i lavoratori del settore della sicurezza” – interviene Luca Spagnolo, dirigente nazionale del MOSAC (Movimento Sindacale Autonomo dei Carabinieri). “Tuttavia, è necessario ricordare a tutti gli attori politici, sia di governo che di opposizione, che le forze dell’ordine non hanno mai preteso di essere al di sopra della legge, ma hanno sempre rivendicato, in ogni sede, il diritto di veder riconosciuta la giusta dignità del proprio lavoro.”

Il MOSAC, come ogni sindacato militare dei Carabinieri, ha l’obiettivo di vigilare sulla sicurezza nei luoghi di lavoro delle donne e degli uomini della Benemerita. Oggi, più che mai, il loro ufficio è la “strada”, la “piazza” o lo “stadio”. Negli ultimi tempi, si è percepita una crescente ostilità nei confronti delle autorità di Governo e, di conseguenza, verso coloro che hanno il compito di garantire la sicurezza di tutti i cittadini, anche di chi intende legittimamente esprimere dissenso, nel rispetto delle leggi.

“Riteniamo che sia necessaria una maggiore responsabilità da parte di chi esercita il potere esecutivo e legislativo” – prosegue Luca Spagnolo. “Occorre valutare con maggiore attenzione le conseguenze delle proprie dichiarazioni e/o azioni. In particolare, ci riferiamo alle recenti affermazioni della Premier Meloni e di altri esponenti del Governo, sulle quali riteniamo doveroso replicare: gli operatori della sicurezza pubblica non temono di svolgere il proprio lavoro e non hanno mai preteso immunità o impunità per adempiere al loro dovere.”

In controtendenza, i vertici dell’Arma della Polizia di Stato hanno dimostrato responsabilità con un messaggio diffuso alle rispettive lavoratrici e lavoratori in divisa, esprimendo la loro incondizionata fiducia e invitandoli a continuare a difendere la sicurezza dei cittadini con umanità e professionalità, ribadendo che la principale tutela degli operatori è garantita dall’applicazione delle procedure operative per le quali sono stati adeguatamente addestrati.

“Riteniamo necessario precisare al Governo che i Carabinieri non sono intimoriti dal clima difficile in cui sono chiamati ad operare” – afferma Luca Spagnolo. “Ma sono sempre più ‘incazzati’ nel vedere decrescere la dignità e il valore del proprio lavoro. Sebbene in generale gli stipendi delle forze di polizia italiane siano relativamente allineati con quelli di molti altri paesi europei, la crescente inflazione sta riducendo progressivamente il potere d’acquisto delle nostre famiglie. L’ultima proposta di rinnovo contrattuale ha dimostrato infatti che la sicurezza dei cittadini dovrebbe essere garantita dall’esecutivo con risorse finanziarie deludenti e attraverso provvedimenti legislativi di dubbia applicabilità costituzionale e a costo zero.”

Desta preoccupazione l’ipotesi di una norma che escluderebbe qualsiasi forma di garanzia per un Carabiniere, Poliziotto o Finanziare, nel caso fosse costretto a ricorrere alla forza durante l’adempimento del proprio servizio, come accaduto nei recenti episodi oggetto di ampio dibattito mediatico. Con la proposta di scudo penale per le forze dell’ordine, l’operatore di sicurezza verrebbe trattato come una persona sospettata, ma senza le garanzie dell’indagato. L’iscrizione nel registro degli indagati è una garanzia fondamentale per chiunque, e una norma che escludesse tale garanzia sarebbe illogica e scriteriata in uno stato di diritto come il nostro.

“Le donne e gli uomini in divisa sono stanchi di subire innumerevoli critiche ingiustificate. Ora hanno bisogno di atti concreti. Abbiamo ascoltato la Premier annunciare che avrebbe chiesto ai vertici dell’Arma di farsi carico delle spese legali dei colleghi indagati per il lavoro svolto. Ma con quali risorse finanziarie e sotto quale voce di bilancio? Domande che potrebbero sembrare banali, se alcune esternazioni non fossero state fatte da coloro che sono chiamati a gestire la cosa pubblica.”

Basterebbe estendere la competenza dell’Avvocatura dello Stato nella tutela legale di chi, sulla strada, rappresenta l’amministrazione e lo Stato, un organo della pubblica amministrazione previsto dall’ordinamento giuridico italiano, che già tutela e rappresenta lo Stato e le pubbliche amministrazioni italiane nelle controversie legali di ogni tipo, in ambito civile, penale, amministrativo, arbitrale, comunitario e internazionale.

“Se la coalizione di Governo volesse veramente contribuire a migliorare la condizione dei lavoratori militari e di polizia, inizi a incontrare i sindacati, che attendono da mesi un confronto leale e franco sui temi di attualità per la sicurezza dei cittadini, e ascolti le loro proposte.”

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