Reggio Calabria

Il sindaco di Polistena scrive una lettera per l’adeguamento per legge dell’indennità a sindaci e amministatori

michele tripodi

Gentile Collega Presidente,

in queste prime settimane del mese di gennaio tantissime Amministrazioni italiane e colleghi Sindaci si stanno aumentando gli stipendi sulla base della previsione automatica della legge finanziaria.

Si tratta di una legge infatti, la finanziaria, approvata da quello stesso Parlamento che ha dimostrato nei giorni scorsi il meglio della sua incapacità politica, attraverso la mancata elezione di un nuovo Presidente della Repubblica dovendo ripiegare con la conferma di un incolpevole Presidente Sergio Mattarella.

Credo che la decisione del Parlamento sull’aumento delle “nostre“ indennità sia inaccettabile.

È insopportabile che i Sindaci e le Amministrazioni italiane, unico presidio di democrazia e di vera rappresentanza rimasto, debbano essere omologati, appunto per legge, a una classe parlamentare che aumenta le indennità dei Sindaci per poter nascondere forse tutti i suoi privilegi? Non si baratta il consenso dei Primi Cittadini italiani attraverso il contentino dell’indennità aumentabile in modo automatico.

È giusto che i Sindaci percepiscano l’indennità per il ruolo che svolgono e nella loro autonomia decidano a tal proposito, ma è sbagliato aumentare per un automatismo di legge l’indennità di funzione di chicchessia in un momento in cui il popolo ha affrontato e affronta grandi difficoltà quotidiane, sociali ed economiche. L’inflazione sta erodendo gli stipendi e i salari dei lavoratori, le pensioni. La priorità oggi è aumentare i redditi delle famiglie non altro.

I Sindaci e gli amministratori locali non possono prestarsi a questa furba strategia di omologazione della quale rischiamo tutti di rimanere vittima.

E visto che qualcuno dei colleghi si sta già difendendo dicendo che la “legge è legge”, allora propongo a tutti i Sindaci calabresi aderenti all’ANCI e pianigiani dell’Associazione Città degli Ulivi di neutralizzare gli aumenti con una delibera ufficiale che abbatta del 35% le indennità di carica e istituisca con i risparmi ottenuti un fondo per la solidarietà alimentare e per i giovani disoccupati del Mezzogiorno.

Questo, per assumere una linea unitaria e dare un segnale al popolo della Calabria evitando che i Primi Cittadini divengano bersagli facili e capri espiatori della pessima gestione della cosa pubblica manifestata negli ultimi anni da un Parlamento balcanizzato e indifferente ai problemi.

Il “mestiere” di Sindaco è difficile ma è necessario che lo stesso non perda mai lo spirito di servizio e di rappresentanza della comunità amministrata che è la principale ragione d’essere del nostro mandato istituzionale.

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