Vibo Valentia

Interrogazione sulla depurazione a Pizzo e nel Vibonese scritta dal consigliere Antonio Lo Schiavo

Antonio Lo Schiavo

«Prendo atto della risposta degli uffici regionali preposti ma, sulla base della stessa, ritengo con ancor maggiore convinzione che la Regione Calabria debba fare di più e meglio in materia di depurazione e non lasciare che processi burocratici abnormi limitino l’azione d’intervento rispetto alle emergenze del territorio».

Lo afferma, in un comunicato stampa, il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, commentando la risposta all’interrogazione, rivolta al presidente Roberto Occhiuto, in ordine al depuratore della città di Pizzo e allo stato della depurazione delle acque nel comprensorio vibonese, presentata nelle scorse settimane dallo stesso esponente dell’assemblea regionale.

«Intanto, nella relazione che accompagna il riscontro – aggiunge Lo Schiavo -, alcuni dei quesiti posti nella mia interrogazione restano apertamente disattesi, specie in ordine al monitoraggio degli interventi e allo snellimento delle procedure.

Poi, si spiega che l’attesa per l’intervento di ri-efficientamento del sistema depurativo-fognario della città di Pizzo, per un importo di 500mila euro, è dovuta ad una deliberazione Cipe ancora mancante.

Si argomenta, ancora, che l’intervento denominato “Disinquinamento fascia costiera vibonese”, che interessa i comuni dell’Angitolano e che ha come capofila il Comune di Pizzo, per un importo di 6,3 milioni di euro, è ancora in corso di progettazione definitiva e di acquisizione dei pareri e che ancora, il project financing che riguarda 12 comuni della Costa degli Dei, per un importo di 15,5 milioni di euro, si è sostanzialmente arenato con gli Enti interessati che hanno chiesto la ripartizione della parte pubblica del finanziamento per procedere a singoli interventi.

Infine, altri otto finanziamenti, per circa 7 milioni di euro, derivanti da fondi strutturali europei, non possono essere erogati, anche qui, per la mancanza della relativa deliberazione da parte del Cipe».

Commenta ancora il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo:

«Tutto sembra inevitabilmente fermo, rallentato da una burocrazia che non vede al di là delle proprie farraginose procedure e che non riesce ad intercettare le urgenze dei territori né a garantire il diritto ad una migliore qualità della vita delle comunità interessate, tantomeno ad ottemperare al dovere morale e politico della tutela dell’ambiente. In questo modo, però, si perde di vista anche un altro non secondario aspetto: quello legato all’economia turistica che ogni anno si trova a dover fronteggiare il problema del mare sporco con tutte le conseguenze del caso.

Alcuni dei progetti sopraelencati sono attesi da anni, e le delibere di stanziamento dei fondi, in certi casi, risalgono al 2012: esattamente 10 anni fa. È intollerabile che su un problema così urgente non si riescano a mettere in atto per tempo le necessarie contromisure nonostante i finanziamenti destinati.

È su questo che la Regione Calabria deve intervenire, facendo sentire la sua voce con gli enti sovraordinati e snellendo i processi di propria competenza. Ogni mese che passa senza un intervento tangibile conclude Lo Schiavo rappresenta un ulteriore colpo all’economia e all’ambiente e va ad aggravare una situazione già molto compromessa».

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