Klaus Davi intervistato dal sito Mosaico “le Banlieues arabe fucine dell’odio, lo stato intervenga”

“Troppo buonismo delle istituzioni ispirato a una certa cultura politica, troppa sottovalutazione, troppo appiattimento su una visione riduttiva, episodica, scoordinata delle cellule islamiche in Italia“.

Lo ha dichiarato in una lunga intervista Klaus Davi rilasciata al sito di ‘Mosaico’ giornale ufficiale delle Comunità ebraica di Milano https://www.mosaico-cem.it/attualita-e-news/italia/camminando-per-strada-ho-toccato-con-mano-lodio-per-lebreo/.

Produttore di una serie web di 20 puntate dedicate a ai quartieri arabi di Milano, Davi parla di ciò che ha visto in alcune Moschee ‘hub’ dell’Islam meneghino.

“E’ palese che ci sia una organizzazione quantomeno culturale e militarizzata del pensiero, del linguaggio da adottare per attaccare e odiare gli ebrei prima ancora che gli israeliani.

Lo Stato assiste apaticamente a una germinazione e alimentazione della cultura dell’odio probabilmente esistente da anni.”

Ma Davi va oltre: “modalità di approccio, semantica, dinamiche interpersonali mi ricordano molto certe logiche delle famiglie di Ndrangheta più tribali, che io conosco e frequento e racconto quotidianamente e che chi sta solo a Milano non può capire.

Mi stupisce che non siano stati tracciati questi parallelismi. Sono evidenti ai miei occhi quando mi introduco nei loro contesti.”

“L’Italia ha dalla sua una esperienza pressoché unica al mondo nel contrasto al terrorismo paragonabile alle forze dell’ordine israeliane. Ma in tutta onestà credo che le organizzazioni islamiche hanno scelto per il momento di preservare l’Italia da attentati   per considerazioni puramente tattiche.

 Sono preoccupato per le Comunità ebraiche e per certi segnali che arrivano. Indossare la Kippah non è una provocazione, lo Stato Italiano non può chiedere agli ebrei di diventare invisibili come faceva l’Inquisizione nel Seicento.

Lo Stato dovrebbe dire: ebrei siate voi stessi, io vi proteggo. Noi italiani abbiamo già tradito gli ebrei una volta, quanto accaduto in passato non vorrei si ripetesse di nuovo. “