Kombat Rap, il reggino Kento torna con un disco solista dopo 14 anni
A parte “Barre Mixtape” del 2021 e i due album con The Voodoo Brothers, questo disco di fatto è il primo album solista di Kento dopo 14 anni. Un disco complesso che ha visto una lunga gestazione, inframezzata da numerose attività che l’artista ha condotto come la pubblicazione di libri, laboratori educativi nelle carceri minorili, concerti, TV, podcast e svariate altre iniziative che rientrano nella sua visione artistica e culturale. Con “Kombat Rap” Kento torna a mettere in primo piano la musica, un rap potente e fortemente distintivo, carico di messaggi e di poesia allo stesso tempo. “Kombat Rap” sfida un presente dove il contenuto spesso è sacrificato in nome del successo facile, ma allo stesso tempo rifiuta di essere un omaggio acritico al suono classico e agli stilemi del rap Anni ’90. Frutto del lavoro di 12 diversi produttori, le tracce contemplano un boombap originale affiancato agli esperimenti rock e perfino alla techno e alla trap, ovviamente rivisitate attraverso la personalità e lo stile dell’autore. Si va dalla militanza del fortunato singolo “Non Siete Fascisti Ma”, alla delicata traccia d’amore “Pasionaria”, fino all’omaggio alle ispirazioni di “Pietre” passando per le punchline di “Collutorio”.
Anche dal punto di vista delle collaborazioni al microfono, il disco si presenta estremamente ricco, con combo classicamente Hip-Hop come Lucariello e Claver Gold, ma anche featuring totalmente inaspettati come Johnson Righeira, che regala un accento dance Anni ’80 alla consciousness di “Io Sono Libero?”. “Kombat Rap” rivela anche delle ambizioni internazionali nelle collaborazioni con l’attrice e cantante neozelandese Lucy Lawless, nota per aver interpretato la principessa guerriera Xena nell’omonima serie tv (e qui impegnata in uno struggente omaggio a Fabrizio De André), e con la leggenda della dancehall giamaicana Burru Banton.
“Volevo un disco che avesse la libertà e la forza della musica indipendente ma con un livello di sound e collaborazioni degno di una major, e sono molto, molto contento del risultato” dichiara Kento. “Non credo che in molti si aspettassero da me un lavoro del genere, che ribalta tante scelte musicali del passato e forse scontenterà qualcuno tra i miei storici ascoltatori. Ma non sono mai riuscito nella vita a scegliere la strada facile, e preferirei smettere di fare musica piuttosto che ridurmi ad essere la cover band di me stesso”.