«Ho letto con attenzione l’intervista che il Senatore Irto ha rilasciato due giorni fa al Corriere della Calabria, nella quale, tra una risposta e l’altra sui grossi problemi e le divisioni che attanagliano il suo partito, si occupa anche degli avversari politici, dicendo che “il Ponte sullo Stretto sarà pagato dai più poveri”, che “l’Alta velocità ferroviaria è sparita”, che “Salvini e il suo partito controllano il governo e spingono per indirizzarne l’azione a vantaggio delle ragioni dei poteri economici del Nord” e che “il governo Meloni sta dimostrando un’avversità costante nei confronti del Mezzogiorno, che evidentemente considera un serbatoio di voti”.
Ora, non so dove il Senatore Irto viva e se legga davvero i documenti governativi e parlamentari su cui poi vota, ma dovrebbe sicuramente informarsi meglio».
Si apre così una nota con cui la Senatrice della Lega, Tilde Minasi, risponde al Senatore Pd, Nicola Irto, a seguito di una serie di dichiarazioni pubblicate sul Corriere della Calabria.
«Parto dal Ponte prosegue la Senatrice per sottolineare che i fondi messi a disposizione dallo Stato per la sua realizzazione sono fondi pubblici ed è in sé, perciò, che non possano essere fondi sottratti ai “più poveri”, come Irto irresponsabilmente afferma.
Pur di fare propaganda antigovernativa prosegue il Senatore Pd nega la stessa Costituzione, che all’art. 53 prevede che tutti siano tenuti “a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva” e che “il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.
“Tutti”, dunque anche i cittadini con maggiori possibilità, e in ragione appunto della loro capacità contributiva. Cosa d’altronde più che mai corretta proprio nel caso di un’opera come il Ponte di Messina, che sarà di servizio per l’intero Stato, per tutta la popolazione italiana, chiamata dunque giustamente a concorrere alla sua costruzione, da cui deriveranno enormi vantaggi in termini di crescita e sviluppo, grazie a un collegamento strategico che la stessa Europa considera fondamentale nella rete dei Trasporti Ten-T, anche per le fasce più povere. Il Senatore Pd, dunque, farebbe bene a trovare altri argomenti, se vuole criticare le nostre scelte.
Quanto all’Alta Velocità ferroviaria – continua Minasi – evidentemente anche sotto questo aspetto Irto è totalmente disinformato e anche disinteressato. Dovrebbe, infatti, sapere che è addirittura ripartito il dibattito pubblico sull’Alto Tirreno cosentino per la scelta del tracciato da realizzare tra Campania e Calabria e, se avesse a cuore davvero Reggio e la nostra Regione, porterebbe anche il suo partito, nella sua qualità di segretario regionale, a entrare attivamente nella discussione su queste scelte, che sono cruciali per il territorio.
Non solo, dunque, l’AV non è sparita, ma sono addirittura già in corso decisioni fondamentali, che ci chiamano tutti a unirci per dare il nostro contributo, in modo da progettare il migliore tracciato possibile, prima che sia troppo tardi.
Infine – dice ancora la Senatrice – quanto all’idea, trita e ritrita, che il mio partito, la Lega, sia ancora nordcentrica e che il governo, ostaggio di Salvini, stia operando “a vantaggio dei poteri economici del nord”, rispondo al Senatore Irto che, anche in questo caso, non ha evidentemente contezza delle misure che proprio questo governo, innanzitutto dietro la spinta della Lega, sta varando a favore del Mezzogiorno.
Mai come in questo momento, anzi, il Sud e la Calabria – sottolinea Minasi – stanno ricevendo attenzione dall’Amministrazione centrale, che, a differenza di chi, nella compagine politica dello stesso Irto, dichiarava amore e impegno per la “figlia prediletta”, salvo fermarsi poi ai soli proclami elettorali, sta davvero agendo nei fatti. Un esempio su tutti, il Decreto Sud, che tanti benefici porterà a tutto il territorio.
Invito, dunque, il Senatore Irto – conclude la Senatrice – a dedicarsi al Pd, che ha ben altri problemi da risolvere, come mostra l’ennesima ondata di arresti per corruzione, che vede coinvolti, tra gli altri, l’ex capo della Segreteria di Zingaretti, Nicola Oddati, l’ex sindaco di Pozzuoli Figliolia e, come indagato, l’ex consigliere regionale calabrese, Sebi Romeo, e a informarsi meglio su tutto il resto, prima di lanciare allarmi e disinformazione strumentali, a danno di tutti i calabresi».