Cosenza

Latte e derivati, al Majorana adesso si formano anche gli artigiani della caseificazione

Continua ad arricchirsi la proposta didattica e il ventaglio di sbocchi lavorativi.

caseificazione - alunni majorana

Si aggiunge un ulteriore tassello al già ricco ventaglio di opportunità didattiche destinate ai propri alunni.

E si amplia ancora la possibilità di sbocchi professionali ed imprenditoriali per chi opta per i tre indirizzi di formazione dell’industriale, dell’alberghiero e dell’agrario. Adesso all’Istituto d’Istruzione Majorana, infatti, si sperimenta anche la caseificazione.

Anche questa attività sottolinea il dirigente scolastico Saverio Madera mira a valorizzare le produzioni autentiche, a favorire l’economia circolare e la filiera corta e, soprattutto, ad accrescere competenze ed a stimolare consapevolezze, scenari professionali e lavorativi diversi e iniziative imprenditoriali successive al percorso di studio.

Dopo l’extravergine prodotto con le proprie olive bio, l’ottenimento del marchio IGP per le clementine coltivate all’interno dei 18 ettari dell’azienda autonoma del suo Istituto Tecnico Agrario, l’esperienza della mietitura del grano e della produzione del pane o, ancora, delle serre idroponiche, la preparazione del gelato, dello yogurt dei prodotti cosmetici da ingredienti naturali e, da ultimo, la produzione di birra artigianale ed agricola, attraverso il laboratorio di fermentazione, gli studenti hanno potuto sperimentare la produzione di ricotta e formaggio: un altro compito di realtà.

Ospitato nelle cucine dell’Istituto Professionale Alberghiero, protagonisti dello speciale laboratorio, alla presenza dello stesso dirigente Madera, sono stati gli studenti e le studentesse delle due classi del serale dell’Istituto Tecnico Agrario: un’altra componente importante della complessiva comunità scolastica del Majorana che conta oltre 1000 studenti.

Gli alunni sono stati coadiuvati nella produzione casearia dal Professore Francesco Filippelli, direttore dell’azienda agricola autonoma e docente di Trasformazione dei Prodotti, dalla Professoressa Maria Teresa Bollini docente di produzioni vegetali e dal Professore Antonio Novellis insegnante tecnico-pratico.

Dalla lavorazione di circa 30 litri di latte bovino si sono ottenuti 3 kg di formaggio a pasta semidura e un chilo e mezzo di ricotta.

Il laboratorio esperenziale che ha visto l’utilizzo di strumenti come il termometro e lo spino, arnese tradizionale che si utilizza per rompere la cagliata, è stato preceduto da lezioni teoriche nell’ambito della disciplina trasformazione dei prodotti.

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