L’Avo resta accanto alle persone ricoverate, presepi e calze in Pediatria e lettere a pazienti del Gom di Reggio Calabria
La pandemia non ferma il volontariato Avo. Seppure lontani dalle corsie, l’associazione di Volontariato Ospedaliero, grazie al supporto del personale sanitario, ha dedicato iniziative alle persone ricoverate al Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria.
«Anche quest’anno – ha spiegato Teresa Alessandrello, volontaria dell’Avo reggina abbiamo rinnovato l’allestimento dei presepi in pediatria, con l’aggiunta di una seconda rappresentazione della Natività donataci da Giuseppe Malara, professore in pensione del liceo artistico Preti-Frangipane di Reggio Calabria, e l’iniziativa del recapito in corsia di lettere e biglietti di auguri, rivolti alle persone che hanno dovuto trascorrere le Feste in ospedale, scritti dagli alunni e dalle alunne di alcune scuole della nostra città.
Visto il momento, la consegna è avvenuta tramite il personale sanitario. Quest’anno hanno aderito i plessi Frangipane e De Amicis dell’istituto comprensivo De Amicis-Bolani e i plessi Pirandello, Santa Caterina e Archi dell’istituto comprensivo Falcomatà Archi di Reggio Calabria.
Ringraziamo le scuole, per avere reso possibile la raccolta di quasi quattrocento biglietti di auguri, e il personale ospedaliero, senza il quale non avremmo potuto effettuare la consegna e realizzare anche i due presepi allestiti presso il reparto di Pediatria.
Abbiamo voluto, inoltre, salutare i nostri piccoli e le nostre piccole di Pediatria offrendo pure quest’anno una calza piena di dolci, consegnata dalla coordinatrice infermieristica Consolata Bevacqua, proprio nel giorno della Befana.
È stato il nostro modo di donare un sorriso e, speriamo, anche un momento di serenità a chi soffre in ospedale, visto che non abbiamo potuto offrire, come avremmo profondamente voluto, la nostra presenza», ha spiegato ancora la volontaria Teresa Alessandrello.
«Il Natale in ospedale e la Befana in Pediatria ha spiegato Roberta Zehender, presidente dell’Avo reggina hanno sempre costituito un momento significativo della nostra attività.
Ci rattrista non poterci recare in ospedale ma vogliamo poter dire alle persone ricoverate, con le quali purtroppo in questo momento non possiamo entrare in diretto contatto, che siamo accanto a loro nonostante questa distanza forzata; una condizione che molto pesa sulla nostra anima.
Per adesso continua ad essere a noi precluso l’ingresso in reparto ma noi non ci allontaniamo dall’ospedale. Al momento, fuori dal reparto di Neurochirurgia, svolgiamo un servizio di accoglienza che, volontari permettendo, potremmo estendere anche ad altri reparti. Tuttavia, stante l’attuale acutizzazione della fase pandemica, anche questa attività potrebbe subire dei rallentamenti.
Insomma il cammino di amore e gratuità dell’Avo, iniziato a Reggio trentacinque anni fa, non si ferma. Nonostante tutto», ha concluso la presidente dell’Avo reggina, Roberta Zehender.