Lazzaro: combustione fanghi depurazione Comunia, Ancadic “disagi e pericoli per la salute aumentano in queste giornate”
Scrivo quale Referente unico dell’A.N.CA.DI.C, associazione che promuove e tutela il patrimonio paesaggistico e l’ambiente salubre e la viabilità e responsabile del Comitato Torrente Oliveto per rappresentare che ancora l’emergenza ambientale e sanitaria determinata dalla combustione dei fanghi di depurazione non è rientrata.
Una situazione sicuramente sottovalutata che ha evidenziato l’incapacità di gestione da parte delle Istituzioni territorialmente competenti che sebbene trattasi di un fenomeno sicuramente molto importante e di non semplice soluzione non può giustificare il protrarsi di questi effetti nocivi per la salute dei cittadini.
La popolazione non è stata informata circa i provvedimenti adottati per la risoluzione della criticità. I cittadini continuano a trascorrere giornate e nottate infernali per i perduranti disagi provocati dal fumo che invade il circondario e le abitazioni.
Colpisce che l’ARPACAL di Reggio Calabria in sede di sopralluogo abbia certificato che “ vista l’esigua presenza di area popolata nella zona interessata e la natura dell’incendio che ha comportato la combustione principalmente di materia organica non siano necessari ulteriori indagini di tipo ambientale”.
Eppure nella nota di intervento dei Vigili del Fuoco del 6 agosto 2020, diretta anche alla stessa ARPACAL e al Comune di Motta SG si legge tra l’altro:” non rilevandosi particolari soglie di nocività con i controlli NBCR nelle aree esterne alla Eco-Service, necessita altresì specifica verifica tossicità fumi tramite ARPACAL al momento non raggiunta via telefono.
Sul posto erano presenti il Vicesindaco del Comune di Motta San Giovanni e i Vigili Urbani”. A nostro avviso il Sindaco non avrebbe dovuto “sic et simpliciter” tranquillizzare i cittadini attraverso comunicato stampa asserendo tra l’altro che non sono necessarie ulteriori indagini di tipo ambientale.
Che le Istituzioni territorialmente competenti non siano in grado di gestire la situazione lo dimostra la necessità di indire in data 20 agosto 2020 un incontro in Prefettura tra le varie Istituzioni, forse competenti ma inefficienti, durante il quale si è concordato di fare ulteriori sopralluoghi per stabilire cosa altro fare. Ad oggi nulla si sa.
Tra le varie Istituzioni interessate tra cui gli Organi Centrali dello Stato abbiamo chiesto l’intervento dell’ARPACAL di Cosenza per gli accertamenti di competenza tra cui le analisi sulla tossicità del fumo.
In conclusione riteniamo che le operazioni di spegnimento del fuoco e l’abbattimento dei fumi dovrebbero avvenire tramite una impresa certificata autorizzata per tali interventi, requisiti che l’impresa intervenuta sembrerebbe non avere.
Per quanto precede si sollecitano le operazioni di spegnimento del fuoco e il conferimento dei rifiuti depositati a cielo aperto in diversi siti della vasta area di Comunia in discarica o in impianti di trattamento autorizzati se sussistono le condizioni di accettabilità e si chiedono notizie in merito ai provvedimenti presi per la soluzione definitiva della criticità in atto nonché notizie sul conferimento dei rifiuti e sui valori tecnici di tossicità del fumo.