Lazzaro: l’Ancadic chiede un necessario cambio di rotta dei cittadini
Dal recente fenomeno di combustione dei fanghi essiccati in località Comunia di Lazzaro che negli ultimi quattro anni si è ripetuto per ben tre volte ed ha recato non pochi disagi alla popolazione minacciando la salute, dobbiamo trarne tutti insegnamento e modificare il nostro modo di pensare e di agire.
Una situazione sicuramente sottovalutata che ha evidenziato l’incapacità di gestione da parte delle Istituzioni territorialmente competenti che sebbene trattasi di un fenomeno sicuramente molto importante e di non semplice soluzione non può giustificare il protrarsi ancora oggi di questi effetti nocivi per la salute.
Se il disastroso evento fosse successo in altre regioni d’Italia la criticità igienico sanitaria sarebbe venuta fuori e risolta tempestivamente.
L’evolversi del fenomeno in maniera non felice richiede una profonda riflessione su cosa succederebbe in caso di eventi ancor più gravi: terremoto, alluvione, interruzione della Ss 106 e della SP 21 Lazzaro Motta SG, frana della strada di Allai, frana della discarica comunale e delle numerose aree a rischio frana nella vasta area di Comunia.
L’ANCADIC da qualche tempo se le ha poste queste domande tanto che ha richiesto alle Istituzioni competenti la rivisitazione del “piano comunale di protezione civile”, perché si è cercata salvezza tra i pericoli ovvero quali semplici cittadini osservatori a livello di buon senso abbiamo potuto rilevare che le aree di attesa e di ricovero indicate nel succitato piano comunale di protezione civile non sono sicure in caso di disastrosi eventi, ad oggi non abbiamo avuto risposta di tale adempimento.
Noi come ANCADIC non ci spieghiamo come di fronte alle problematiche da noi sollevate non si sono impegnati i tanti professionisti, ingegneri, geologi, medici, avvocati e non sono scesi in campo a protestare e prudentemente consigliare in qualità di cittadini muniti di titoli sicuramente idonei l’Amministrazione comunale del passato e del presente e le altre Amministrazioni superiori istituzionalmente delegate con soluzioni e proposte preventive.
Alcuni eventi si sono ripetuti più volte per ultimo in questi giorni e ci riferiamo alla non delocalizzazione del disgraziato impianto di compostaggio e alle immediate operazioni di spegnimento del fuoco che ha interessato vasti cumuli di rifiuti presenti da illo tempore nelle aree dell’impianto che tanti disagi ha apportato e sta apportando ai cittadini e ci viene da “ridere” quando i funzionari responsabili dell’area di nostro interesse soprattutto l’ARPACAL chiamata dalle Istituzioni locali non ha valutato per nulla il grave pericolo che porta il fumo per azione del vento nelle case dei cittadini vicini e lontani dall’evento e nella colata di percolato del 2008 che ha raggiunto le abitazioni fino alla chiesa.
Fatti gravi. Negligenze imperdonabile. Cittadini Mottesi e Istituzioni svegliamoci prima che sia troppo tardi. L’appello è rivolto ai cittadini ma soprattutto ai tanti professionisti residenti.