Calabria

Legge contro la discriminazione di genere, Lo Schiavo «Misura condivisibile ma insufficiente a superare le disparità»

Antonio Lo Schiavo

«Affrontando oggi il tema della disparità di genere non possiamo prescindere dalla realtà di quello che avviene fuori da quest’aula e dalla reale condizione delle donne in Calabria. La nostra è l’ultima regione per occupazione femminile. Solo 29 donne su 100 lavorano.

Di fronte agli ostacoli che di fatto impediscono la piena uguaglianza non possiamo limitarci a fare annunci spot, ad enunciazioni di principio o a una conferenza stampa».

Lo ha detto il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, intervenendo oggi in Consiglio regionale nel corso del dibattito sulla proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale relativa alle “Misure per il superamento della discriminazione di genere e incentivi per l’occupazione femminile”.

«Non possiamo non considerare le divergenze territoriali tra le diverse aree del Paese ha aggiunto il consigliere Lo Schiavo e mi riferisco agli ultimi dati statistici che prevedono ulteriori divari nella ripartizione delle risorse per le politiche sociali e per i servizi essenziali.

Troppe donne in Calabria non lavorano perché devono occuparsi della famiglia. E allora, quando parliamo di parità di genere, dobbiamo ricordare come a Reggio Emilia esistano 60 asili nido e a Reggio Calabria appena tre. Come in Emilia Romagna si spendano 2.400 euro pro capite per gli asili e in Calabria 59 euro.

Io avrei voluto ripartire da qui: dalla mancanza di asilo nido, dalla carenza di risorse, dalla mancanza di un’offerta formativa che assicuri l’uguaglianza vera tra uomo e donna. Questa è una bella legge, nella quale ci sono tante enunciazioni di principio, ma rispetto alle diseguaglianze di questa regione non può bastare un bollino che si dà alle imprese per garantire loro l’accesso alla ripartizione di fondi.

Non possono bastare queste misure per garantire una vera parità di genere. Anche perché l’art. 11 prevede che il piano d’intervento per l’attuazione delle politiche di genere sia adottato tra 120 giorni e, quindi, oggi facciamo solo enunciazioni di principio».

Lo Schiavo ha aggiunto: «Il pensiero unico che in quest’aula si vuole troppo spesso affermare deve essere rotto. L’opposizione deve fare opposizione e il tempo degli annunci deve finire: c’è una Calabria che ribolle nelle sue sofferenze, nelle sue grandi diseguaglianze.

Quando alle donne, dopo una pandemia che le ha viste arretrare ancor di più nelle posizioni lavorative, noi proponiamo solo enunciazioni di principio, vuol dire che ancora siamo lontani dall’affrontare con efficacia la lotta per la parità di genere.

Dobbiamo ripartire dai Lep, dalle ingiustizie nella ripartizione della spesa pubblica, dai Comuni senza risorse, dal federalismo fiscale, dagli asili nido che mancano se davvero vogliamo affrontare seriamente le politiche dell’uguaglianza».

Nella Giornata internazionale dei diritti delle donne il pensiero di Lo Schiavo è andato infine alle donne che vivono in condizione di guerra e di privazione.

«Oggi pensiamo alle donne ucraine; alle donne che si trovano nei luoghi dove maggiori sono le sofferenze; a coloro che soffrono e che scappano da tutte le guerre; a tutte le donne migranti qualunque sia il colore della loro pelle; alle donne che lottano affinché i loro figli abbiamo un futuro di pace e serenità.

La sofferenza è tanta e di fronte a tutto ciò la politica ha il dovere di produrre fatti e di parlare con azioni concrete. È quello che i cittadini si aspettano da noi».

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