Reggio Calabria

Lotta alla violenza sulle donne, il comune di Reggio Calabria al fianco delle associazioni

Angela Martino

Incontro a Palazzo San Giorgio con i rappresentanti di “Il cuore di Medea Onlus”, Martino: “Amministrazione al lavoro su più fronti, passi in avanti per la Casa delle donne”

I diritti delle donne e le azioni congiunte che istituzioni e realtà del mondo associativo stanno promuovendo sul fronte delle politiche di genere, sono stati i temi al centro della conferenza stampa ospitata a Palazzo San Giorgio su iniziativa dell’associazione “Il cuore di Medea Onlus”, realtà da anni impegnata nella difesa dei diritti delle donne e contro la violenza di genere.

Presenti l’Assessora comunale alle Politiche di Genere, Angela Martino, la Presidente dell’Associazione, Patrizia Gambardella, altri soci de “Il Cuore di Medea” e attiviste di “Non Una di Meno”.

L’incontro, che ha preso le mosse dagli esiti di una recente sentenza che ha condannato l’abuso su una donna vittima di violenza e maltrattamenti domestici, ha acceso i riflettori sull’incessante lavoro portato avanti dall’Associazione e dalle tante realtà sociali che promuovono attività di supporto legale nei confronti delle vittime di violenza sul territorio reggino e, parallelamente, anche sulle azioni che vedono protagonista l’amministrazione comunale.

Quest’ultima, ha affermato l’assessora Martino, “è da sempre vicina alle associazioni, consapevoli della centralità e dell’importanza che rivestono il loro ruolo e il lavoro che esse svolgono per la comunità e, come in questo caso, a favore delle donne vittime di violenza.

Sappiamo perfettamente quanto sia difficile denunciare, per questo crediamo sia importante raccontare le storie che avvengono nella nostra realtà e che hanno un esito positivo, sia pur in un quadro che resta particolarmente delicato e complesso in tanti suoi aspetti.

Ma parlare, confrontarsi è fondamentale, quale stimolo e spinta ulteriore nei confronti di quelle donne che ancora oggi vivono sulla loro pelle condizioni di violenza, a non arrendersi e a combattere per i propri diritti”.

Il lavoro dell’amministrazione comunale è orientato, in modo particolare, sul fronte dell’accoglienza e dell’assistenza rivolta alle donne vittime di abusi e violenza, “a cominciare dal progetto della “Casa delle donne”, poiché ancora oggi la città non dispone di una struttura pubblica che possa accogliere le donne in difficoltà.

Anche grazie agli stimoli delle associazioni che operano sul territorio, l’amministrazione comunale ha definito un progetto che mette insieme la tutela delle donne e l’azione di contrasto alla criminalità organizzata, individuando un bene confiscato che nel giro di un anno e mezzo verrà inaugurato.

Un presidio che servirà non solo come luogo di accoglienza per chi è in difficoltà, ma anche per l’erogazione, con il supporto e il pieno coinvolgimento delle realtà associative, di servizi di ascolto e sostegno psicologico per tutte quelle donne e i loro figli che vivono storie difficili”.

La violenza è qualcosa di trasversale, è stato inoltre evidenziato, e investe l’intera esistenza di una donna, “per questo motivo ha poi concluso Martino l’azione che stiamo conducendo vede impegnati diversi assessorati, come il Welfare, con l’assessore Delfino e l’Istruzione con la collega Nucera, ma anche lo Sviluppo economico attraverso delle misure, come il bando a sostegno dell’imprenditoria e dell’occupazione basato sull’economia circolare, che avrà una premialità specifica per le progettazioni al femminile.

Non meno importante, inoltre, l’intervento di sensibilizzazione e informazione all’interno delle scuole, perché è proprio partendo dai più giovani che occorre lavorare, in modo particolare sui modelli sociali e culturali”.

“Quando si parla di donne e minori abusati ha spiegato Gambardella occorre la massima attenzione da parte di tutti gli attori del territorio, magistrati, assistenti sociali, psicologi, associazioni. L’esito di questa vicenda, durata a livello giudiziario circa quattro anni, si è conclusa con una condanna a cinque anni e interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Vogliamo che le donne sappiano che la denuncia è la cosa più giusta da fare, per loro e per i figli. Sappiamo che gli iter spesso sono lunghi e dolorosi, ma occorre avere coraggio perché quando un tribunale svolge un’istruttoria seria e precisa, i risultati alla fine arrivano”.

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