L’Università Magna Graecia di Catanzaro istituisce l’Osservatorio sulla criminalità economica e il lavoro non dignitoso
Il corso di Diritto del Lavoro dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, tenuto dal prof. Antonio Viscomi, ha ospitato un seminario sulle tutele penali dei diritti dei lavoratori durante il quale hanno relazionato il dott. Salvatore Curcio, procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, e il dott. Giuseppe Falcone, sostituto procuratore di Lamezia Terme. Nell’ambito dell’evento, il dott. Curcio ha lanciato la proposta di istituire l’Osservatorio sulla criminalità economica e il lavoro non dignitoso, immediatamente accolta dall’Ateneo di Catanzaro.
A margine dell’evento, che ha registrato una notevole partecipazione e un elevatissimo livello di apprezzamento, il rettore dell’Università Magna Graecia, prof. Giovanni Cuda, ha dichiarato: «Desidero ringraziare il dott. Salvatore Curcio, procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, per aver scelto l’Università di Catanzaro e per aver lanciato proprio da qui, durante il seminario del corso tenuto dal prof. Viscomi, la proposta di costituire e avviare un Osservatorio sulla criminalità economica e il lavoro non dignitoso. L’Università accoglie e fa propria la proposta del dott. Curcio offrendo le necessarie competenze interdisciplinari e impegnando a tal fine il Centro di ricerca “Digit Lab Law – Transizione digitale, autonomie negoziali e relazioni di lavoro” guidato dal prof. Antonio Viscomi. Questa iniziativa, come ha ricordato nel corso dell’evento il procuratore Curcio, nasce dalla necessità di conoscere sempre meglio le reali dinamiche di impresa e di evitare che comportamenti illegali, o anche solo opportunistici, impediscano il pieno sviluppo economico del territorio. Mi auguro – ha concluso il rettore dell’Umg – che l’invito venga accolto anche dalle organizzazioni rappresentative di interessi e anche da altre amministrazioni pubbliche, e che possano essere acquisite adeguate risorse per svolgere attività di ricerca, divulgazione e formazione da condividere con la comunità scientifica e professionale».