Massimo Ripepi denuncia lo stato di abbandono del Parco Lineare Sud, “Falcomatà non riesce a concludere niente”
Il Parco lineare sud è stato inaugurato, abbandonato e saccheggiato. Chi pagherà i danni? Ovviamente, sempre noi cittadini. Chi nasce rotondo non diventerà mai quadrato. Così Falcomatà non cambierà mai. Ha inaugurato in campagna elettorale il Parco lineare sud e lo ha puntualmente abbandonato, così come ha fatto per le pochissime opere che è riuscito a finire. Abbandonare un’opera ultimata senza affidarla a chi la deve gestire, genera danni economici incalcolabili. Questo è successo nella zona a mare del centro sud della città.
In ormai sette anni di amministrazione, il Sindaco della Svolta ha abbondantemente dimostrato che non riesce a concludere mai niente. Tutto è frutto dell’improvvisazione e di una sciatteria amministrativa che non ha precedenti.
Il Sindaco, ormai neanche troppo giovane, non riesce a portare a termine neanche le opere immaginate, progettate e iniziate dalle precedenti amministrazioni. Ribadiamo, quando un’opera pubblica è ultimata deve essere immediatamente consegnata ai gestori prima che venga vandalizzata e distrutta dai soliti criminali che agiscono sempre nello stesso modo in ogni parte del mondo.
Il parco lineare sud, nonostante sia frequentato ogni giorno da molti reggini che trovano piacevole passeggiare in un tratto di lungomare bellissimo, è in tantissimi posti chiave gravemente danneggiato e vandalizzato.
È un pugno sugli occhi vedere opere pubbliche lasciate nel degrado e nell’abbandono ed è l’ennesima violenza alla bellezza naturale della nostra costa; il Parco Lineare Sud, che avrebbe dovuto essere il termine ultimo di un progetto di più ampio respiro a partire dal Waterfront, giace nell’incuria e nella noncuranza dell’amministrazione.
I lavori sono fermi da tempo, rispetto ad un’opera che doveva essere portata a termine a fine 2020. Eppure, le inaugurazioni fioccano e sono fioccate soprattutto durante la campagna elettorale, ma a guardare adesso tutto intorno al Parco, si genera spontaneo un moto di indignazione.
Non è solo la trascuratezza, ma è la rabbia per cui il reggino, da sempre, viene preso in giro e oltre alla beffa anche il danno di doverci rimettere il denaro pubblico. Il Parco Lineare Sud, infatti, è per la maggior parte non fruibile se non per una qualche e breve passeggiata; sono da concludere ancora i lavori nella zona dell’ex Capannina, laddove attende il completamento un’infrastruttura a mare, che ad oggi però, è già stata vandalizzata e disastrata insieme ad un altro punto ristoro collocato più a nord prima di arrivare al ponte fantasma del Calopinace.
A metà del Parco, quindi, quella che dovrebbe essere la casa dei pescatori è un’altra vittima della mancanza di programmazione da parte dell’attuale giunta e lo sono i cittadini tutti, rispetto ad una struttura, che ad immaginarla viene voglia di crederci, senonché, per l’ennesima volta ci ritroviamo un sindaco, il quale fa partire i progetti lasciandoli poi a metà, fra cantieri e calcinacci, tra ferraglia e mattoni, col rischio che anche qualche sbadato cittadino ci rimetta.
È cosa buona e giusta, dunque, porsi delle domande: a chi giovano le inaugurazioni in pompa magna, se non alla propaganda spiccia da spendere nell’immediato? Di certo non alla cittadinanza né alla città, oggi più che mai martoriata da degrado e falsi proclami; e ancora, chi paga la riqualificazione di opere già avviate? Perché per risanare il Parco, portare avanti quanto resta e allo stesso tempo riconvertire le strutture, al Comune di Reggio Calabria costa tantissimi euro che pagano sempre gli stessi cittadini.
Cifre non da poco e che non sarebbero state necessarie se le cose fossero state fatte a tempo debito, in maniera graduale e senza dispendio di denaro pubblico. Una truffa a danno dei cittadini, che credono nei progetti, per poi ritrovarsi con lo scempio sotto casa.
Siamo alle solite cose di Giuseppe Falcomatà e così anche il Parco Lineare appare un qualcosa di amorfo, senza capo né coda, ma solo proiezione di un ingannevole mito, una chimera per la quale ci rimettono in toto sempre e solo i cittadini. Cose che si ripetono nel tempo, uno stesso cliché che aveva già coinvolto il succitato Waterfront e ora si ripete con l’opera simbolo della zona centro sud della Città.
Dov’è la continuità se non nella mancanza di rispetto dei reggini e nell’incapacità dell’attuale amministrazione Falcomatà, che fa vergogna al passato, miete incertezze per il futuro e rassegnazione per il presente?