Reggio Calabria

Massimo Ripepi “il bilancio comunale reggino ed i conti della Serva”

massimo ripepi

Si sono scomodati gli scienziati del nulla, ma per risalire al reale significato della situazione del bilancio comunale si rivela  infallibile il “conto della serva”.

E allora, il sindaco Falcomatà ha ereditato nel 2014 dai commissari prefettizi un debito certificato di € 87milioni. Ha poi ottenuto negli ultimi due anni dal governo nazionale, trasferimenti di liquidità per complessivi € 90milioni, la cui specifica destinazione era quella di ripianare il debito del Comune di Reggio.

Eppure, la mancata approvazione del bilancio previsionale entro il 30 aprile dell’anno in corso ha fatto emergere l’ufficialità del significativo dato dell’ammontare del debito comunale a 267 milioni. Cui vanno aggiunti € 90milioni concessi dal governo negli ultimi due anni.

Si tratta di € 357 milioni complessivi, e l’assessore Calabrò non può più tromboneggiare come ha fatto a settembre scorso, di recupero della perduta credibilità nei contesti ministeriali. Men che meno può continuare a vaneggiare su colpe delle precedenti amministrazioni; nè può tentare di giustificare l’analfabetismo gestionale del team di cui fa parte consolandosi con le stesse criticità che graverebbero su altre realtà territoriali.

Se ha fatto “i conti della serva”, la presunzione dell’assessore Calabrò la si coglie tutta nella speranza che il Ministero delle Finanze produca un altro “aiutino”. Una sorta di 18 politico con tanto di calcio nel sedere, visto che la faccia l’amministrazione comunale l’ha già persa da anni ed è fotografata dalla trasformazione di due attrattori della Città, il Lido Comunale ed il Tapis Roulant, in altrettante discariche accessibili allo sconcerto dei concittadini e allo sbigottimento dei turisti.

Quelli emersi dalle condizioni del bilancio, sono numeri vertiginosi che non trovano corrispondenza nè giustificazione nei servizi offerti ai cittadini e fanno ripiombare l’Ente in uno status di deficit strutturale che comporta gravissime limitazioni di spesa, con intuibili e nefaste conseguenze in termini di preclusioni sulle assunzioni e sugli investimenti, finendo per rendere asfittica una città che ha già pagato un dazio pesantissimo all’incapacità dell’amministrazione di programmarne il futuro.

In questo quadro a tinte fosche, i Reggini sono costretti a sorbirsi le spericolate ed offensive dichiarazioni di chi ancora dà i numeri dopo essere stato già bocciato persino dai “conti della serva”!

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