Reggio Calabria

Massimo Ripepi su caos Sacal “incredibile occasione per uscire e fare nuova società”

massimo ripepi

Benchè paradossale, incredibile ed inverosimile la presunta cattiva gestione degli amministratori della Sacal, con auspicabile e urgente sospensione della concessione trentennale da parte dell’Ente Nazionale dell’aviazione civile, è un inaspettato e gradito assist per liberarsi velocemente dal fardello esercitato dai nostri competitor territoriali nonchè l’unica via d’uscita per l’infrastruttura più importante e strategica della Città Metropolitana di Reggio Calabria.

Una banale riflessione per chi legge: ma avete mai visto qualcuno che amministra la propria casa per meglio edificare quella del proprio vicino? Ebbene, quasi tutti gli attori istituzionali della nostra Città, per ben quattro anni, hanno pensato che una società pubblico-privata, costituita da soggetti che per mission naturale devono fare l’interesse del territorio cosentino-lametino-catanzarese, avrebbe potuto incrementare lo sviluppo dell’area integrata dello Stretto.

Ora o mai più. Parola d’ordine: coraggio!

E’ d’obbligo cogliere la palla al balzo ed approfittare dell’impasse della Sacal per sganciarsi risolutivamente dalla stessa, da anni spina nel fianco del sistema trasportistico dell’area dello Stretto. Una lunghissima attesa, durante la quale la società lametina ha fatto solo gli interessi propri e dei catanzaresi, gettando alle ortiche le proposte progettuali per lo sviluppo imprenditoriale di Reggio.

Non tocca a noi dare giudizi sul momento che sta vivendo la Sacal, forse coinvolta in una compravendita di quote ai privati pur dovendo rispettare un vincolo di maggioranza pubblica, e siamo d’accordo con quanto espresso dal neo presidente Occhiuto sull’esigenza d’immediata chiarezza; ma tutto questo tornerà a favore di Reggio solo se abbiamo il coraggio, politico e civile, di divorziare definitivamente dalla Sacal.

E’ tempo che il Consiglio Comunale si determini per uscire definitivamente dalla Sacal decidendo, una volta per tutte, di non sprecare risorse preziose della Città Metropolitana a favore di una compagine societaria fino ad oggi cieca e sorda alle richieste degli imprenditori reggini, alle esigenze di espansione della rete turistica, al progetto di ammodernamento delle infrastrutture del Mezzogiorno e soprattutto al sogno di un grande corridoio mediterraneo con Reggio Calabria alla guida.

Difatti, non è l’irregolarità, in sé commessa, ad aver fatto squillare l’allarme per un aeroporto già palesemente condannato a morte, piuttosto, come più volte sottolineato da noi, il problema è sorto nel momento stesso della scelta di una società costituita da una compagine pubblico-privata in appoggio ai territori competitor al nostro.

Per cui, il problema sorgeva già nel preludio di questo macabro scenario che ha escluso, aprioristicamente, tutto il territorio reggino, area che fisiologicamente non avrebbe mai potuto ragionare, in termini di sviluppo, insieme alle citate province e che, invece, rendendolo uno zerbino impotente ed inutile. Insomma, un aeroporto, destinato ad avere rilevanza strategica a livello internazionale, ha avuto, invece, in sorte un destino da subalterno studiato a tavolino.

Oggi si scopre un vaso di pandora, l’ennesimo; non solo si palesa il comportamento illegittimo che chiama in causa la svendita di quote societarie ai privati ma, persino il soggetto pubblico si conferma rapace e rapinatore.

Lo stato dell’arte è un deplorevole complotto politico a discapito del territorio reggino e non è banale avvantaggiarsi del momento di disorientamento rispetto al quale anche il sindaco Falcomatà, finalmente, si espone con un out out sulla Sacal, per uscire a testa alta da una situazione che svergogna i reggini da anni e creare, piuttosto, la nostra società identitaria dello Stretto. Dentro la nuova compagnia deve spiccare la sola Area dello Stretto.

Devono farne parte gli attori sociali, politici ed economici che tornano a nostro favore includendo la Città Metropolitana di Reggio e quella di Messina e, rispettivamente per entrambi i Comuni, la Camera di Commercio, la Confindustria e l’Autorità portuale delle due città sorelle a cui conviene e giova fare fronte comune. Dobbiamo trovare il coraggio di non farci calpestare ancora una volta, escludendo la possibilità che nella Sacal possano essere investiti soldi pubblici che non ritornano negli utili reggini.

Per questo, proporrò una mozione, da condividere in Consiglio Comunale e da discutere insieme al documento del consigliere Carmelo Versace, che abbia come pilastri fondamentali in primis una pretesa richiesta di trasparenza sulla vicenda, seppure la questione sia già tristemente chiara; la sospensione immediata della concessione, da parte dell’Enac, alla Sacal per la gestione del Tito Minniti; la realizzazione della società unica dello stretto di Reggio Calabria e Messina che abbia come unico obiettivo la centralizzazione della gestione dell’aeroporto a garanzia, finalmente, degli interessi di tutta l’Area dello Stretto allo scopo di provare ad innescare la vera resurrezione del nostro straordinario territorio.

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