Minori, il garante Mattia: “Fare di più per didattica a distanza e in presenza nel territorio metropolitano”
“Sul territorio metropolitano bisogna fare di più per una didattica indebolita dal Covid. Va fatto sia per quella “in presenza” che, soprattutto, anche davanti ad un parziale ritorno fra i banchi con la “zona arancione”, per quella “a distanza”, che resta uno strumento fondamentale. Un nostro nuovo monitoraggio ci dice proprio questo”. È quanto afferma il Garante Metropolitano per l’Infanzia e l’Adolescenza, Emanuele Mattia.
“L’Ufficio che ho l’onore di guidare, d’intesa con l’Ambito Territoriale di Reggio dell’Ufficio Scolastico Regionale, dopo quello compiuto diversi mesi fa, ha effettuato un monitoraggio sulla cosiddetta “Didattica Digitale Integrata” rivolgendosi ai 96 istituti ricadenti nel Reggino. Solo 60 (19 superiori e 41 comprensivi) hanno risposto alla nostra sollecitazione fornendo dati e dalla loro analisi è emerso che a tutt’oggi, nonostante i richiami ministeriali e degli altri enti preposti, arrivati al quarto lockdown, ancora il 17% degli aventi diritto non ha i devices tecnologici necessari” spiega Mattia.
Relativamente ai 19 istituti d’istruzione superiore, 17 hanno totalmente posto in essere attività di DDI per tutte le classi e sezioni, mentre riguardo ai 41 istituti comprensivi, 35 hanno attivato DDI totalmente. Sebbene tutte le scuole abbiano proceduto all’analisi del fabbisogno della strumentazione e all’approvazione in Consiglio di Istituto dei criteri di concessione in comodato d’uso per gli studenti non in possesso dei mezzi per poter partecipare, il 25% degli alunni non partecipa e il 15% non è attivo perché non dotato dei dispositivi necessari. Inoltre, tra le categorie a rischio di insuccesso formativo ci sono BES (5,6%), DSA (8,5%), svantaggio socio-familiare (9,6%)” prosegue l’esponente di Palazzo Alvaro.
“Attenzione è stata data anche alla didattica in presenza. Gli alunni con disabilità e bisogni educativi speciali che ne hanno usufruito con il coinvolgimento delle figure di supporto sono stati il 12% nei comprensivi e il 20% nei superiori. Il Piano contro ogni forma di discriminazione è un buon inizio, ma necessita di maggiore inclusione per soddisfare il fabbisogno territoriale sempre più in affanno” aggiunge il Garante.
“C’è il rischio che aumenti il gap formativo e sociale. Ringrazio dirigenti scolastici, docenti e personale ATA per il grande sforzo di qualità sinora adottato attraverso impegni che vanno ben oltre l’ordinaria responsabilità, ma in questo momento di buio sociale c’è necessità di serrare i ranghi ed accogliere anche le indicazioni del Ministero e degli USR e le normative nazionali, affinché, se necessari, davanti a deficit didattici umani e/o tecnologici, si attivino immediati interventi efficaci a garantire il pieno diritto allo studio, all’indipendenza culturale e alla felicità per ogni bambino/a e ragazza/o. Ed in questa direzione ci siamo mossi con lo stesso USR e la sua articolazione provinciale e con la Città Metropolitana per cercare di contribuire a sostenere la realizzazione di tali condizioni” conclude Mattia.