Reggio Calabria
Molinaro (Lega) nella piana di Rosarno-Gioia Tauro le arance per la produzione di succo hanno raggiunto un prezzo equo
Adesso investire nel recupero e potenziamento della filiera agrumicola.
Dopo quattordici anni, finalmente, l’industria dei produttori di aranciata remunera la filiera agroalimentare del succo d’arancia “made in Calabria”.
Il prezzo al kg delle arance era di 5/7 centesimi di euro, del tutto insufficienti a coprire i costi di produzione e di raccolta e che alimentava una intollerabile catena dello sfruttamento che colpiva lavoratori, agricoltori ed i trasformatori attenti al rispetto delle regole. Oggi è tra i 35/40 centesimi di euro, quasi sette volte in più.
Un percorso certamente lungo che ha visto protagonisti gli agricoltori e gli stabilimenti di spremitura delle arance. Questo quanto afferma Pietro Molinaro presidente della Commissione Consiliare antindrangheta.
A suo tempo ricorda vi era quasi una demonizzazione di questo specifico comparto e la rivolta di Rosarno (7 gennaio 2010) in qualche modo lo certificò! La vicenda aggiunge ebbe un notevole clamore in tutto il paese ed anche a livello internazionale (articolo Economist) e da allora si creò un corto circuito che generò la Legge per il contrasto al Caporalato ( 199/2016), la ristrutturazione delle Organizzazioni dei Produttori, la modifica, con la L. n. 161/2014, della norma contenuta nella Legge 286/1961, che ha innalzato la percentuale minima di succo nelle bibite dal 12% al 20% per etichettarle come aranciate.
È stato un periodo rigeneratore della legalità per la Calabria e l’Italia sottolinea Molinaro che ha coniugato giustizia sociale ed economica identificato con il claim “Non lasciamo sola Rosarno….coltiviamo gli stessi interessi”.
E’ stato dimostrato ampiamente commenta Molinaro che non era solo una questione di sussidi agli agricoltori ma un sistema produttivo sfruttato dalle multinazionali delle bibite che mortificava gli agrumicoltori; Le condizioni di un mercato più trasparente sollecitano l’attivazione dell’irrigazione degli oltre 1000 (mille) ettari sottesi alla Diga Metramo e un “Contratto di Filiera” 100% calabrese utilizzando le risorse previste dal legge 101/2021 messe a disposizione dal Masaf per recuperare i terreni abbandonati e recuperare l’attività di trasformazione. Va messo in campo in parallelo un supporto tecnico ( servizio fitosanitario, formazione professionale e assistenza tecnica con particolare attenzione all’agricoltura di precisione) per sostenere questa filiera produttiva del cibo 100% italiano.
Su queste opportunità di sviluppo e lavoro vero chiosa Molinaro nessuno può lasciare sola la Piana di Rosarno – Gioia Tauro.