Natale 2024, un Altro Natale Triste per i Forestali Pensionati in Calabria
di Nicoletta Toselli
Scalea, 3 dicembre 2024 – Mentre il mondo si prepara a celebrare il Natale, per molti pensionati forestali calabresi la festività si prospetta come un periodo di amarezza e preoccupazione. Ancora una volta, la mancata corresponsione del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) — i risparmi accumulati in anni di lavoro — lascia famiglie intere in balìa di gravi difficoltà economiche, privando queste persone di una meritata serenità dopo una vita di sacrifici. Antonio (nome di fantasia), ex-lavoratore del Consorzio di Bonifica ex Valle Lao di Scalea, è solo uno dei tanti volti di questa crisi. Dopo 43 anni di servizio, ha visto svanire il suo diritto al TFR, pari a circa 52.000 euro. Per sopravvivere con una pensione ridotta, Antonio è stato costretto a vendere un gioiello di famiglia, simbolo di un importante anniversario, per affrontare spese quotidiane. “È umiliante dover vendere i ricordi di una vita per colpa di una gestione inefficiente”, racconta. Come lui, sono centinaia i pensionati che lottano per mantenere le proprie famiglie, rinunciando persino a cure mediche o al sostegno per l’istruzione dei figli. Il problema affonda le radici in anni di cattiva gestione amministrativa e finanziaria da parte dei consorzi di bonifica calabresi, ormai soppressi, e nella scarsa capacità della Regione Calabria di intervenire con soluzioni tempestive. Nonostante le promesse di stanziamenti, molti fondi non sono mai arrivati ai destinatari, lasciando i lavoratori in uno stato di abbandono. Il dramma umano si intreccia con un tema di rilevanza penale. La recente sentenza n. 36773/2023 della Corte di Cassazione ha ribadito la responsabilità penale dei datori di lavoro che falsamente dichiarano nella Certificazione Unica (CU) di aver versato il TFR ai dipendenti. Questo comportamento è qualificato come falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico ai sensi dell’art. 483 del codice penale. Questa pronuncia rappresenta una svolta importante: la CU, pur non essendo un atto pubblico in senso stretto, ha un impatto significativo sul sistema fiscale e sulla fiducia dei lavoratori. Dichiarare il falso non solo priva i dipendenti di ciò che è loro di diritto, ma mina anche la trasparenza nel rapporto con l’amministrazione finanziaria. È un atto che, oltre alle implicazioni penali, ha gravi ripercussioni morali: i lavoratori si sentono traditi da un sistema che dovrebbe garantire loro protezione e rispetto. Nonostante le denunce e le mobilitazioni dei sindacati, la situazione rimane immutata. L’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, ha sottolineato le difficoltà economiche dell’ente Calabria Verde, incaricato della gestione dei forestali, che ha già anticipato 43 milioni di euro per i TFR. Tuttavia, la mancanza di fondi adeguati e la persistenza di debiti accumulati dai consorzi soppressi continuano a gravare sulle spalle dei pensionati. La Regione ha più volte promesso di destinare risorse per risolvere il problema, ma le cifre stanziate sono rimaste insufficienti. Questa impasse sta trasformando il TFR da una garanzia per il futuro dei lavoratori in una chimera irraggiungibile. Per i forestali pensionati, il Natale 2024 sarà un altro Natale triste. La mancata liquidazione del TFR non è solo una questione economica, ma anche una ferita profonda alla dignità di uomini e donne che hanno dedicato la loro vita al servizio del territorio. Le responsabilità per questa situazione non possono più essere ignorate: chi ha gestito male le risorse pubbliche dovrà rispondere non solo a livello amministrativo, ma anche penale. Tuttavia, questo non allevia la sofferenza immediata di chi non può più aspettare. Le istituzioni devono agire ora per restituire a queste famiglie ciò che è loro di diritto, permettendo loro di vivere con dignità e di guardare al futuro con fiducia. Senza un intervento deciso, la crisi continuerà a mietere vittime, trasformando un diritto fondamentale in una lotta quotidiana per la sopravvivenza.