Nino Gullì, spostando l’impianto di depurazione di Ravagnese restituiremo una vita normale ai cittadini
Da decenni, i residenti nella zona Sud di Reggio Calabria si trovano a convivere con una problematica a tratti scomoda, molto più spesso drammatica con cui convivere: gli odori nauseabondi diffusi dal depuratore di Ravagnese.
Diciamo immediatamente che il funzionamento dell’impianto di depurazione già di per sé lascia molto a desiderare, come accade purtroppo per molti depuratori della nostra stupenda ma bistrattata Calabria.
In questo senso, sono serviti a poco il sequestro di una trentina di depuratori giusto tre anni fa, e gli avvisi di garanzia dell’inchiesta “Maladepurazione” che colpirono 53 soggetti tra i quali lo stesso sindaco di Reggio Calabria in carica, i decennali strali degli ecologisti, le invettive dei politici di turno.
Nel caso di Ravagnese, anche il pur apprezzabile operato del Comitato spontaneo del quartiere non ha trovato l’ascolto sperato presso le Istituzioni competenti, dalla Regione ai Comuni (ai quali tocca, recita la legge regionale 10 del ’97, la «gestione dei servizi pubblici di acquedotto, fognatura, depurazione delle acque di scarico»).
Resta l’esasperazione degli abitanti per un depuratore maleodorante quasi h-24; situazione ardua per i cittadini, ma se è per questo anche per i tanti esercenti della zona. E “per carità di patria” non mi dilungherò sul terribile biglietto da visita per i turisti che arrivano in aereo…
Certo, però, almeno una cosa devo ricordarla: perfino il Commissario unico per la depurazione, Enrico Rolle, ebbe a occuparsi dell’impianto, che dovrebbe essere convertito in un’opera d’«architettura d’alta qualità», col «mascheramento dell’infrastruttura» e, soprattutto, tecnologie d’avanguardia «per il contenimento dei rumori, come per il controllo e trattamento dell’aria, al fine d’ottenere l’azzeramento delle emissioni all’esterno».
Ottime intenzioni, per carità. Fin qui, però, il depuratore di Ravagnese non ha visto nulla di tutto questo, mentre i cittadini continuano a “sentirlo”. Anche troppo.
La verità è che l’impianto di depurazione di Ravagnese va spostato in una zona decentrata e non così densamente popolata, magari a valle. Così, si restituiranno i residenti a una vita normale e si lascerà libera un’area preziosa a supporto dell’Aeroporto dello Stretto, che potrà ospitare servizi al cittadino e preziosi posti-auto di prossimità.