Norma contro la violenza di genere approvata in commissione, Straface “dalla Bruni solo inesattezze”

È chiaro quanto evidente che la collega Bruni non ha letto il dossier legislativo per il contrasto alla Violenza di genere. O, almeno, voglio sperare questo.
Perché, diversamente, l’attacco scomposto, a tratti squallido, imbastito dalla consigliera del Partito Democratico contro un quadro normativo regionale che finalmente affronta un problema che grava in modo inquietante sulla nostra società, e lo adegua all’evoluzione legislativa nazionale ed europea, mira esclusivamente a generare incertezza e paura in tutte le vittime o potenziali vittime di violenza.
La presidente della Terza Commissione Sanità e Politiche sociali, Pasqualina Straface, chiarisce in modo definitivo le tante inesattezze rispetto ai contenuti e ai valori della Proposta di legge recante le Norme per il contrasto alla violenza di genere, approvata oggi in Commissione.
Se avessimo accontentato qualche appetito del Partito Democratico sicuramente saremmo stati qui a commentare altro. Purtroppo per loro, però, rispetto agli emendamenti presentati dalla consigliera Amalia Bruni gli uffici hanno effettuato un’istruttoria compiuta e motivata che ha spiegato le ragioni che hanno portato alla loro bocciatura.
Detto questo, mi preme sottolineare che non siamo difronte ad una legge che va contro le donne.
Anzi è una legge che tutela le donne. In che modo? Tutte le case rifugio e i centri antiviolenza, le associazioni che vivono questo mondo spiega sono state ascoltate, prima ancora che venisse presentata la Legge in Commissione e poi in Consiglio regionale.
E sono, queste, tutte realtà con le quali quotidianamente si lavora sul territorio. Tant’è che gli Uffici prima e la Giunta regionale poi hanno monitorato i bisogni che quotidianamente vengono rappresentati dalle singole realtà. Insomma, si è avuto un approccio dal basso partendo proprio dalle necessità.
Anche rispetto alla volgare concezione di una presunta ma inesistente distribuzione dei fondi si capisce ancora di più come la Bruni non abbia assolutamente compreso il testo normativo. Innanzitutto grazie al piano triennale sottolinea la Presidente della Terza Commissione avremo finalmente la possibilità di mettere a sistema questo impianto normativo.
Inoltre, proprio questo piano ci consentirà di inserire in un unico contenitore tutti quelli che sono gli interventi che a vario livello e a vario titolo vengono messi a terra da tutti soggetti coinvolti sul territorio con un unico fine che è quello del contrasto alla violenza di genere.
Non ci sono contributi a pioggia che vengono elargiti! Che se lo stampi bene in testa la consigliera del PD e qualche suo suggeritore da dietro le quinte. Semmai, c’è la possibilità di fronteggiare un’emergenza, che è tutt’altra cosa rispetto al contributo tout court ma soprattutto ha tutta un’altra finalità.
Anzi, proprio questa legge ci consentirà di intervenire in tutti quei casi, ovviamente delineati, che non sono ricompresi nel quadro normativo. Del resto il settore della violenza di genere è così complesso e imprevedibile che necessità di margini di sicurezza.
Non solo. Questa è una legge che prevede la collaborazione della Regione con le Forze dell’Ordine e con l’Ambito Sanitario delineando un vero e proprio quadro di sistema.
Tra l’altro, su una mia proposta di emendamento, è stata inserita la possibilità di utilizzare i beni confiscati alla criminalità per destinarli alle case rifugio e ai centri antiviolenza proprio per andare incontro alle esigenze degli attori territoriali aiutandoli ad abbattere i costi fissi.
Insomma conclude Pasqualina Straface una legge nuova, concreta, calzante rispetto all’emergenza ma soprattutto moderna e pronta ad affrontare ogni sfida che impone il contrasto alla violenza di genere.