Palmi, “Buoni Spesa” distribuiti dal Comune: Controlli della polizia locale su indirizzo del sindaco Ranuccio
La Polizia Locale, su indirizzo del Sindaco Giuseppe Ranuccio, ha avviato i primi accertamenti a campione sugli elenchi trasmessi dai Servizi Sociali nei quali sono contenuti i nominativi dei soggetti che hanno richiesto al comune di Palmi i “buoni spesa”. A seguito dell’emergenza legata alla diffusione del coronavirus COVID-19 lo Stato, in relazione alla situazione economica determinatasi per effetto delle conseguenze dell’emergenza, attraverso il Ministero dell’interno, ha disposto infatti con apposito provvedimento legislativo, il trasferimento d’importati somme ai comuni affinché possano disporne per le misure urgenti di solidarietà alimentare.
L’Ufficio dei Servizi Sociali ha raccolto, in appositi elenchi, le domande pervenute a centinaia da tutti i nuclei familiari che si sono segnalati come “bisognosi” ovvero quelli più esposti agli effetti economici derivanti dall’emergenza epidemiologica da virus Covid-19, al fine di soddisfare le necessità più urgenti ed essenziali con priorità per quelli non già assegnatari di sostegno pubblico.
Nell’avviso pubblico emanato dal comune di Palmi erano stati stabiliti i seguenti criteri di assegnazione: a) Nuclei familiari non già assegnatari di sostegno pubblico; b) Nuclei familiari percettori di altri contributi pubblici (ad es.: reddito di cittadinanza, cassa integrazione, NASPI, REI, o altre forme di sostegno previste a livello nazionale, locale o regionale) che non superino i parametri indicati nel successivo articolo 2. c) Nuclei familiare monoreddito o plurireddito che hanno perso la capacità reddituale tale da non consentire il sostentamento del nucleo a causa della perdita di lavoro da parte di tutti i componenti in conseguenza delle restrizioni imposte dai provvedimenti adottati da Governo e Regione Calabria in materia di contrasto al diffondersi del contagio da virus COVID- 19. d) Nuclei familiare monoreddito o plurireddito derivante da attività commerciale o da lavoro o da attività autonoma che hanno dovuto chiudere/sospendere la propria attività a seguito dei provvedimenti adottati da Governo e Regione Calabria in materia di contrasto al diffondersi del contagio da virus COVID-19.
Al fine di attestare il possesso dei requisiti per l’accesso alla misura, il richiedente il beneficio doveva presentare dichiarazione sostitutiva di atto notorio, secondo un modello predisposto. Già dai primi controlli eseguiti è emersa la non veridicità di due autocertificazioni rese e i soggetti che l’hanno prodotta sono stati prontamente segnalati all’Autorità Giudiziaria.
L’autocertificazione che si sottoscrive non è un semplice foglio di carta, ma ha una valenza giuridica ben precisa in quanto certifica fatti o stati che il dichiarante dichiara essere rispondenti a verità e la non veridicità è un reato punito con la reclusione fino a due anni.
In un momento storico in cui la crisi economica è tangibile e troppe famiglie non ce la fanno ad acquistare generi di prima necessità, cercare di accaparrarsi i vouchers spesa distribuiti grazie ai contributi statali non vuol dire soltanto truffare le Istituzioni ma vuol dire togliere il mangiare di bocca a chi non può averne e ciò è moralmente disgustoso.
Come già annunciato dal Sindaco i controlli della Polizia Locale continueranno per individuare e perseguire i tentativi di sciacallaggio anche in vista del prossimo avviso pubblico che sarà emanato a breve dal comune. I malintenzionati sono quindi avvisati!