Piano di Bacino: si riaprono margini di concertazione con i Comuni metropolitani
La scadenza del 10 gennaio non sarebbe stata considerata rigida
Nell’ultima seduta della terza commissione consiliare “Territorio, urbanistica, patrimonio edilizio e terriero, edilizia privata, viabilità, infrastrutture, trasporti, servizi tecnologici” -presieduta dal consigliere Giuseppe Sera- si è affrontato il delicato tema del “Piano di Bacino” redatto dall’Autorità di Bacino dell’appennino meridionale e già in essere.
Nei Comuni del territorio metropolitano si era registrato un coro unanime di disappunto rispetto ad un documento di tale importanza che, a detta dei tanti Sindaci, non aveva previsto una fase propedeutica di concertazione; soprattutto sugli aspetti dei vincoli per il rischio idrogeologico ed alluvionale.
In particolare era emersa la necessità di una riperimetrazione delle aree individuate e sottoposte a vincolo per evitare di bloccare progetti, già in programma o di visione futura, sulle stesse.
Si è avuto modo di discutere dell’argomento, pertanto, in modo esaustivo: sia per quanto concerne le competenze comunali che a livello metropolitano.
Infatti era stato già audito, nella seduta di commissione precedente, l’assessore comunale all’urbanistica Paolo Malara; il quale aveva partecipato, in nome e per conto dell’amministrazione, ad una riunione -con un gran numero di sindaci metropolitani- con i quali era già stato prodotto un documento nel quale si sottolineava la mancanza di una conferenza dei servizi per la redazione del piano in un confronto che ne anticipasse la ratifica formale. Aspetto, questo, sottolineato anche dalla dirigente della città metropolitana con delega al settore –dr.ssa Domenica Catalfamo- che ha annunciato, in questa nuova seduta di commissione, che l’Autorità di Bacino ha fortunatamente manifestato massima disponibilità e che la scadenza prevista per il 10 gennaio non è stata considerata rigida; con una conseguente apertura all’istanza di concertazione avanzata dai tanti comuni. Il rischio, alla luce del fatto che il “piano di bacino” è già vigente, sarebbe stato quello di perdere dei finanziamenti importanti del PNRR di alcune opere che ricadevano nella prima perimetrazione; molte zone interessate erano state infatti riportate in vincolo come “ad alto rischio”. Pertanto, ora, queste varie interlocuzioni tenteranno di ridefinire alcuni parametri ed alcuni confini dei nuovi vincoli per dare la possibilità di sviluppo alle città; la notizia buona è questa e si attendono ora solo gli sviluppi positivi di questa annunciata volontà di concertazione.