Reggio Calabria

Pino Pardo “problematica buoni pasto dei dipendenti del Centro Dialisi di Taurianova”

dialisi

Quale ex Presidente del “Comitato di Tutela Pro-Centro Dialisi di Taurianova” da tempo ricevo, con insistenza, numerose sollecitazioni da parte di alcuni dipendenti del “Centro”, i quali si sono visti penalizzati e discriminati, dall’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP), nell’assegnazione dei buoni-pasto.

I lavoratori del “Centro” chiedono di porre all’attenzione dei Sigg. competenti Dirigenti l’accaduto, affinché questi assumano i provvedimenti necessari a sanare questa vicenda.

Parlando con dipendenti interessati essi dicono che dopo assicurazioni da parte delle diverse sigle sindacali CISL FPS; CGIL; FIALS; NURSING Up; UIL FPL con una nota congiunta si dava notizia, a tutti i dipendenti, dell’accordo raggiunto, in data 03 aprile del 2023, con  la Dott.ssa Maddalena Berardi, Direttrice Amministrativa dell’ASP di Reggio Calabria, del riconoscimento dei buoni-pasto per il periodo  01 maggio 2016 / 31 dicembre 2022.

Quindi la Direzione Aziendale dava mandato alla ditta appaltatrice, la Pluxee Italia (già Sodexo), di concretamente procedere alla distribuzione dei buoni-pasto a ciascuno degli aventi diritto sulla base degli accordi sindacali stipulati a suo tempo.

Ma nonostante quanto stabilito, venivano assegnati, arrecando danno ai dipendenti, non numero dodici buoni-pasto al mese, ma numero otto buoni-pasto, ciò con delibera dall’Azienda il 20/04/2023 n. 397, mentre la ratifica della Card, da assegnare ad ogni dipendente dell’ASP, con il numero dei buoni-pasto spettanti, è del 26/07/2023, con delibera n. 750.

Distribuita ai dipendenti la “Card dei buoni-pasto”, sulla quale sarebbe dovuto essere “caricato” il totale dei “buoni” spettanti ad ogni singolo dipendente questi hanno rilevato la sorpresa della disparità di trattamento: infatti, a parità di diritti, c’è chi ha ricevuto una scheda Card, vuota, con un numero di buoni-pasto uguale a zero; chi, una scheda “caricata” di una piccola parte dei “buoni-pasto” spettanti; chi invece, i più fortunati, hanno ottenuto il totale dei buoni-pasto. Insomma, “a Chi figli e a Chi figliastri”, e quest’ultimi anche “figli di un Dio minore”.

Sta di fatto che tanti dipendenti aventi gli stessi diritti hanno subìto un trattamento diverso e disparità di trattamento; da sottolineare che i dipendenti penalizzati sono costretti all’inerzia per aver firmato all’ASP, a suo tempo, una sorta di “patto di non belligeranza”, per cui:

  1. a) la pretesa richiesta dell’Azienda di subordinare la distribuzione dei buoni pasto, alla rinuncia scritta, da parte di ogni dipendente, di qualsiasi potenziale contenzioso o qualsivoglia ulteriore pretesa, anche se non messa in atto, riguardante il periodo sopra indicato: cosa che, ingenuamente, tutti i dipendenti hanno accettato, firmando una specie di liberatoria che garantisce l’Azienda da ogni eventuale azione legale, ciò accade purtroppo, nell’indifferenza della classe sindacale, che invece deve tutelare i dipendenti, esercitando il diritto di controllo ed esecutività degli accordi presi per tutti ;
  2. b) ottenuta la distribuzione delle schede Card, e a seguito delle continue lamentele dei dipendenti beffati, fa da contraltare il silenzio assordante delle diverse sigle sindacali, che, una volta interpellati e ripetutamente sollecitati dai dipendenti penalizzati, si sono trincerati dietro vaghe risposte del tipo: “non sappiamo che dire!” Oppure: “parlate con la vostra Direzione Aziendale“, ed infine, qualche rappresentante sindacale ha esternato affermazioni, che sanno di smentita dell’accordo, dicendo: “No, non vi tocca più niente”!

Va da sé che i dipendenti, ragionevolmente, non accettano l’atteggiamento alla Ponzio Pilato, dei sindacati il cui mandato istituzionale è quello della tutela degli interessi generali dei lavoratori, e non altro.

Intanto nessuna chiara risposta, alle legittime innumerevoli richieste chiarificatrici da parte dei tanti dipendenti.

Occorre rammentare che il sostegno dei buoni-pasto, per tante famiglie, é una  salutare boccata di ossigeno di fronte alla sempre più pressante crisi economica ed ai continui aumenti dei prezzi dei beni di prima necessità.

Si tratta, dunque, di una discriminazione verso una parte del personale dipendente che si é visto penalizzato nella distribuzione dei buoni-pasto e il lavoratore nulla può fare, in questa fase, per essere ascoltato e tutelato, poiché, con  la firma del patto di cui si è detto, ha le mani legate, non potendo intraprendere nessuna azione legale, né contro l’Azienda,  né  contro la ditta appaltatrice.

Infine, lungi dal fare polemica, in maniera sommessa e garbata, legittimamente, viene spontaneo chiedere all’ASP di Reggio Calabria trasparenza per sapere quali sono stati i criteri applicati per la quantificazione del numero dei buon-pasto assegnati a ciascuno dipendente avente diritto.

Certamente non é questo il sentiero che l’ASP reggina deve percorrere: contro l’ ”impotenza” del personale dipendente non deve esserci la “forza” dell’Azienda Provinciale.

Conclusivamente, per “fatti amministrativi” di ordinaria rilevanza come quelli fin quì evidenziati non credo sia necessario ricorrere alla nota squisita sensibilità del Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale, Dr.ssa Lucia Di Furia.

Ma se non si desse rapida soluzione all’incresciosa vicenda, i dipendenti, che hanno subito danno economico, si vedranno costretti, loro malgrado, all’azione legale per la tutela dei loro diritti. Ma si augurano che ciò non avvenga e prevalga il buon senso.

In ogni caso una risposta esaustiva dev’essere data ai dipendenti che con orgoglio (nonostante l’inconveniente buoni-pasto) fanno sempre parte della “Grande Famiglia ASP”.

*dr. Pino Pardo

già Presidente del “Comitato di Tutela Pro-Centro Dialisi di Taurianova”

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