Reggio Calabria

Pitaro (G.Misto): “Riaprire le Rsa alle visite dei parenti”

“Sebbene con visite rigidamente programmate e con i parenti strettamente sottoposti ai protocolli di sicurezza previsti, perché ancora nelle ‘Rsa’ (Residenze Sanitarie Anziani) calabresi non è possibile incontrare i propri familiari?” È quanto chiede il consigliere regionale Francesco Pitaro (Gruppo misto), che aggiunge: “Nella fase 2, dopo l’isolamento che ha aggravato la condizione psichica degli anziani ospiti, è urgente ricucire lo strappo fra questi e le loro famiglie, facendo anche il punto sulla qualità delle ‘Rsa’ e su ciò che va migliorato perché non si ripetano tragici errori e sottovalutazioni”.

Ad avviso di Pitaro: “Sono stati tre mesi duri per tutti, e in particolare per gli anziani nelle ‘Rsa’ e i loro parenti e amici costretti a non vedersi e non parlarsi. Forse è tempo che, pur ossequiando le regole più ferree, si consentano gli incontri. Altre Regioni, Piemonte e Lombardia per esempio, hanno già dato il via libera all’apertura per le strutture residenziali e semiresidenziali.  Si valuti – sottolinea il consigliere regionale – contemperando le esigenze affettive delle famiglie con il rispetto delle regole per evitare errori soprattutto dinanzi a situazioni particolarmente fragili, la possibilità di introdurre anche nelle ‘Rsa’ la fase della ripartenza, andando oltre la concessione della possibilità di ritiro e riconsegna di indumenti personali e farmaci”.

Ancora Pitaro: “La lezione che impartisce il Covid-19 è che le ‘Rsa’ sono importanti, ma alla condizione che siano ispirate non solo dalla logica del risparmio economico e in molti casi con turni gravosi per il personale. Molta attenzione occorrerà riservare agli investimenti sull’assistenza domiciliare agli anziani, al sostegno alle famiglie perché si prendano cura di loro, individuando sostegni al reddito e migliorando i servizi pubblici, la fisioterapia riabilitativa domiciliare, la telemedicina e tutte quelle cure che evitano il ricorso alla ospedalizzazione. Risorse vanno destinate, inoltre, per potenziare i servizi di cura sul territorio, valorizzando la figura del medico di base e dei servizi sanitari extraospedalieri territoriali. Si è detto che dopo il virus tutto deve cambiare, ebbene il Sistema Sanitario Regionale inizi ad agire”.

Conclude il consigliere regionale: “Dal nuovo direttore del Dipartimento Salute della Regione Francesco Bevere ci aspettiamo segnali di discontinuità col passato a partire dalla riorganizzazione della sanità sul territorio. Sarebbe interessante sapere, a seguito del decreto del Presidente della Regione n 25 del 29 marzo 2020 che istituisce le ‘Unità Speciali di Continuità Assistenziale’ presso le Aziende Sanitarie Provinciali, se e quante sono già operative. E inoltre, quando sarà resa operativa la rete dei servizi territoriali così come individuata dal recente DCA n. 67 del 16/03/20”.

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