Reggio Calabria

Ponte sullo Stretto, Falcomatà e Caminiti: «Anche in Europa sostengono le nostre ragioni rispetto ai dubbi sulla Valutazione d’impatto ambientale»

progetto ponte dello stretto

«I dubbi che ci hanno spinto a ricorrere al Tar per approfondire la valutazione della Commissione Via del Ministero dell’Ambiente sull’impatto ambientale del Ponte sullo Stretto, trovano una sponda efficace anche nell’interrogazione presentata dai parlamentari europei di Left, S&D e Verts/Ale alla Commissione di Bruxelles».

Lo sostiene Giuseppe Falcomatà, sindaco metropolitano di Reggio Calabria, che in una nota congiunta con il sindaco di Villa San Giovanni Giusi Caminiti, ribadisce come «i territori abbiano il diritto di avere garanzie e certezze, così come le amministrazioni locali l’obbligo di tutelare ambiente e paesaggio e difendere i diritti dei cittadini nella consapevolezza di dovere di governare le fasi di cambiamento».

«In Europa ha spiegato Falcomatà arrivano le battaglie che, da tempo, stiamo conducendo nell’area della Città Metropolitana, insieme al Comune di Villa San Giovanni, non per questioni ideologiche, ma per tutelare il territorio e difendere i diritti dei suoi abitanti».

Falcomatà si è detto «confortato dal fatto che, anche a Bruxelles, su impulso del primo firmatario Pasquale Tridico e di numerosi eurodeputati del Pd e della sinistra, si avanzino perplessità sulla mancanza di studi tecnici rispetto ai rischi sismici, all’erosione costiera ed alle interferenze con le aree Natura 2000 di un’opera mastodontica e di un progetto che necessita di autorizzazioni in deroga ed una sostenibilità economica alquanto incerta».

«Bene fanno gli europarlamentari ha affermato, ancora, il sindaco metropolitano a richiamare i rischi segnalati dalle amministrazioni della Città Metropolitana di Reggio Calabria e di Villa San Giovanni relativi all’incompiutezza, agli impatti socio-economici sulle comunità e al deficit di trasparenza.

La costruzione a fasi progressive, così come evidenziano nella loro interrogazione, potrebbe comportare dispersione di risorse pubbliche e squilibri territoriali, in contrasto con la strategia europea di continuità territoriale».

«Facciamo nostre hanno concluso Giuseppe Falcomatà e Giusi Caminiti le richieste di chiarimento formulate alla Commissione europea invitata a pronunciarsi sulla conformità del progetto alle direttive UE considerate la presenza di faglie sismiche, in particolare quella attiva denominata “Cannitello”, e l’assenza di studi specifici sull’erosione costiera.

Nel sostenere le ragioni dei cittadini e degli espropriandi, alla Commissione europea si chiede anche se, per l’utilizzo dei fondi Ue, sia stata consultata rispetto al rapporto costo-beneficio del progetto Ponte sullo Stretto, considerata, soprattutto, l’esistenza di alternative che potrebbero meglio garantire sia la continuità territoriale, sia la compatibilità con gli obiettivi del Green Deal».

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