Calabria

Presentata la relazione semestrale sullo stato di salute delle carceri calabresi

Muglia "necessitano provvedimenti legislativi ed organizzativi urgenti".

Luca Muglia

Giovedì 1 agosto 2024 la Cittadella regionale ha ospitato la conferenza stampa di presentazione della Relazione semestrale del Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, avvocato Luca Muglia, il quale ha illustrato le condizioni di detenzione e lo stato dei diritti umani negli istituti penitenziari e negli altri luoghi di privazione della libertà personale ubicati in Calabria. La Relazione semestrale del Garante regionale ha analizzato svariati aspetti, evidenziando un peggioramento ed aggravamento del quadro generale.

Le criticità del sistema penitenziario calabrese rilevate riguardano: il sovraffollamento (10 istituti su
12, con picchi elevati su Locri, Castrovillari, Cosenza, Crotone, Reggio San Pietro); le condizioni
strutturali delle carceri, datate nel tempo, umide e prive di manutenzione; l’inadeguatezza di diverse
camere detentive (talune con schermature opache in plexiglass alle finestre o prive di docce); le gravi
carenze di organico.

La Relazione dedica un focus alle sezioni femminili del carcere di Castrovillari e di Reggio Calabria, analizzandone caratteristiche e peculiarità, all’esecuzione penale esterna e alla detenzione minorile (Istituto Penale Minorile, Comunità ministeriali di Catanzaro e Reggio Calabria).

Con riferimento a quest’ultima si conferma la presenza di giovani multiproblematici, dediti
all’assunzione di sostanze stupefacenti e farmacologiche, con problemi di controllo o regolazione
di emozioni, impulsi e comportamenti.

Quanto agli ingressi in IPM si rileva già un + 26,3 % rispetto all’anno precedente, con prevalenza di detenuti (minori e giovani adulti) giudicabili e non definitivi.

A proposito dello stato dei diritti umani fondamentali l’indagine del Garante ha accertato svariate
lacune in Calabria: la mancata approvazione o possibilità di consultazione del Regolamento d’istituto;
l’omessa consegna o disponibilità della Carta dei diritti e dei doveri dei detenuti (quasi mai tradotta
in altre lingue); l’esigua presenza di camere detentive per persone disabili; l’utilizzo improprio della
sezione riservata ai nuovi giunti.

La relazione contiene il report degli eventi critici registrati presso gli istituti penitenziari calabresi nel
periodo compreso tra i1 gennaio e il 12 giugno 2024, acquisiti grazie alla collaborazione del Garante
nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale.

Le informazioni (decessi, suicidi, tentati suicidi, atti di autolesionismo, manifestazioni di protesta, aggressioni, isolamento, infrazioni disciplinari, perquisizioni, etc) mettono in risalto due aspetti: 1) le forme di vulnerabilità delle persone detenute; 2) la natura dei conflitti che vengono ad instaurarsi negli istituti penitenziari.

Dalla comparazione con i dati degli eventi critici registrati nel 2023 si evince che la percentuale media
è rimasta inalterata, che in alcuni istituti si è rilevato un incremento e che nelle sezioni a custodia
attenuata gli eventi critici sono sostanzialmente assenti. In Calabria nel 2024, in meno di sei mesi si
sono registrati 5.306 eventi critici tra i quali 2 suicidi, 80 tentati suicidi, 225 atti di autolesionismo e
275 aggressioni fisiche alla Polizia penitenziaria.

Si consideri che, nelle more, si è verificato presso la Casa circondariale di Paola il terzo decesso per suicidio dall’inizio dell’anno.

A fronte di una popolazione detenuta che in Calabria raggiunge le 2.998 unità, i detenuti definitivi
sono 1.677. La parte residua, il 40% circa, è costituita da detenuti giudicabili (in attesa di primo
giudizio, appellanti, ricorrenti) ovvero con posizione mista. Il dato è estremamente significativo.

Le strutture di Santa Sofia d’Epiro e Girifalco sono a pieno regime e ospitano 20 pazienti ciascuna.

Allo stato non vi sono persone detenute in carcere, sine titulo, in attesa di una collocazione in REMS,
mentre sono 27 le persone in stato di libertà che attendono di essere collocate in una REMS.

Il dato più preoccupante è che in Calabria il tempo medio di permanenza delle persone in lista di attesa per
l’ingresso in REMS supera 2 anni. L’auspicio è che, a breve, possa essere attivato il secondo modulo
della REMS di Girifalco che consentirebbe di ospitare altri 20 pazienti.

A seguito dell’audizione dinanzi alla Conferenza Episcopale Calabra il Garante Muglia ha partecipato
all’incontro regionale delle delegazioni Caritas Diocesane svoltosi a Lamezia Terme, concordando in
tale occasione con il responsabile regionale, Don Bruno Di Domenico, l’acquisizione di tutte le
informazioni utili.

L’obiettivo era quello di accertare quali fossero in Calabria i progetti di giustizia riparativa e di inclusione sociale destinati alle persone detenute, private della libertà personale o in esecuzione penale esterna. Nella Relazione semestrale è inserita una nutrita raccolta dati riguardanti i progetti delle Caritas Diocesane calabresi.

Il Garante regionale ha sollecitato tutti i Comuni delle città calabresi in cui sono ubicati gli Istituti
penitenziari a sottoscrivere Protocolli di intesa con gli Istituti penitenziari volti ad individuare
soluzioni operative circa i problemi legati all’identificazione, al rilascio dei documenti, alla residenza
dei detenuti senza fissa dimora (italiani e stranieri) e alle questioni riguardanti i detenuti richiedenti
asilo e titolari di protezione, nonché al riconoscimento dei figli.

L’Ufficio del Garante regionale ha indicato ai Comuni interessati l’adozione di alcune prassi virtuose recepite nelle altre regioni, fornendo il proprio supporto e allegando la documentazione utile. Il primo ad essere sottoscritto è il
Protocollo di intesa tra il Comune di Vibo Valentia e la Casa circondariale di Vibo Valentia, definito grazie alla collaborazione del Sindaco Maria Limardo, dell’Assessore alle Politiche Sociali Arcangelo Scionti, del Responsabile dei Servizi demografici Domenico Scuglia Libero e del Direttore della Casa circondariale Angela Marcello.

Allo stato attuale è in corso la definizione di analoghi protocolli presso la città di Locri e di Castrovillari.

Le Linee guida del Garante regionale contengono le Raccomandazioni in ordine ai procedimenti di
limitazione della responsabilità genitoriale che riguardano persone detenute, nonché la tutela del
diritto dei figli minori d’età al legame continuativo ed affettivo con il genitore detenuto.

La finalità primaria è quella di contemperare le esigenze di tutela della persona detenuta, avuto riguardo
all’esercizio delle funzioni genitoriali e alle garanzie procedurali in ambito giudiziario, con le
esigenze di tutela dei figli minori d’età e l’esercizio del diritto alla bigenitorialità nei casi in cui il
genitore sia ristretto in un luogo di detenzione.

Le Linee guida sono state precedute da importanti interlocuzioni istituzionali e sono state giudicate favorevolmente dagli addetti ai lavori quali direttive estensibili all’intero territorio nazionale.

“L’auspicio” ha dichiarato il Garante Muglia “è che i dati acquisiti e le indagini effettuate a cura
del mio Ufficio possano contribuire alla promozione ed attuazione dei diritti fondamentali a tutela
delle persone detenute o private della libertà personale.

Risulta evidente che occorre una maggiore e più puntuale attenzione alle problematiche penitenziarie rilevate in Calabria e che necessitano, altresì, provvedimenti legislativi ed organizzativi indifferibili ed urgenti. Non c’è più tempo!”.

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