Presentato in Cittadella il Piano di valorizzazione dei beni confiscati
La restituzione dei beni confiscati alla collettività, per finalità sociali ed istituzionali, attraverso azioni di recupero sistematiche e strutturate sul territorio, per garantire la gestione del bene, è tra le finalità del Piano di settore della Regione Calabria – approvato con deliberazione di giunta regionale nel mese di ottobre 2024 – per la valorizzazione e la gestione dei beni confiscati.
Il Piano è stato presentato, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta oggi nella sede della Cittadella a Catanzaro, dal presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, dalla sottosegretaria di Stato, Wanda Ferro, e dal vicepresidente con delega ai beni confiscati, Filippo Pietropaolo.
È stato illustrato nel dettaglio dal dirigente generale del dipartimento regionale alla Transizione digitale, Tommaso Calabrò, e dalla dirigente del settore, Antonella Sette.
Il Piano si attua attraverso due Azioni, la 4.3.2: “Altre infrastrutture sociali che contribuiscono all’inclusione sociale nella comunità”, che ha una dotazione finanziaria di euro 17.352.718,00, e la 4.h.2: “Promuovere l’innovazione sociale, per lo sviluppo di nuovi servizi di welfare e sostenere l’imprenditorialità sociale”, finanziata con risorse peri a euro 16.278.558,02 del programma regionale Calabria Fesr Fse+ 2021/2027, nonché dall‛accordo di coesione Fsc 21/27 per 13.594.000,00.
Presenti all’incontro con la stampa anche i sindaci dei 25 Comuni calabresi a cui sono stati finanziati gli interventi sui beni confiscati acquisiti al patrimonio indisponibile dell’ente.
“Abbiamo dimostrato una determinazione che in passato non c’era nell’utilizzo dei beni confiscati – ha affermato il Presidente Occhiuto -. In più occasioni ce l’ha riconosciuto anche il ministero dell’Interno. Con questo Piano facciamo un notevole investimento e lo facciamo avendo modificato le regole e prevedendo accordi con le Amministrazioni locali in maniera tale da rendere più veloce la spesa e mettere a frutto questi beni nell’interesse della comunità. La Regione, in una logica di sussidiarietà verticale, deve essere in qualche modo l’ente che dà la possibilità ai Comuni di avere differenti finanziamenti. Su questo c’è ancora da investire risorse e noi lo faremo”.
“Grazie anche ai sindaci – ha sottolineato inoltre Occhiuto – noi continueremo a sostenere le Amministrazioni comunali in questa attività di valorizzazione dei beni confiscati e anche, dove si renderà necessario, per la demolizione. Cercheremo di mettere a disposizione della passione e dell’impegno dei sindaci, le risorse della programmazione comunitaria. La logica dell’utilizzo e il ripristino dei beni confiscati la stiamo utilizzando ogni volta che è possibile. Inaugureremo da qui a breve le sedi dei Centri per l’impiego di Gioia Tauro e Cirò che sono beni confiscati alla mafia e ristrutturati con fondi specifici. Incentiviamo anche con altre misure la ‘cultura alla resistenza’ di imprenditori che cercano di lavorare sottraendosi alla criminalità. Un obiettivo – ha dichiarato infine il presidente Occhiuto – che ho cercato di perseguire dall’inizio della legislatura e che ancora non ho raggiunto è quello di mettere a frutto le aziende confiscate alla mafia, tema che va affrontato insieme al Governo nazionale partendo dal modificare una legislazione che non funziona”.
La sottosegretaria Ferro ha affermato di ritenersi “molto soddisfatta rispetto ai beni confiscati”. “Nell’ultimo anno – ha specificato – il 46% in più di assegnazione dei beni confiscati agli enti locali, diventati presidi importanti per la sicurezza, per la legalità, per il sociale. Sono felicissima dell’operato della Regione Calabria. Il presidente Occhiuto ha da subito accettato la mia proposta di inserire questa delega, affidata al vicepresidente Pietropaolo. La Calabria è la prima Regione a siglare il protocollo con l’Agenzia nazionale dei beni confiscati alle mafie, con la volontà di ristrutturazione, di affidamento ai Comuni, di demolizione e anche di salvaguardia dell’ambiente. Abbiamo bisogno – ha rimarcato infine Ferro – di sollecitare le Amministrazioni locali a partecipare ai bandi. Oggi gli strumenti ci sono, diciamo ai Comuni di usarli, dando un segnale forte per dimostrare che non esiste un Sud che va a velocità ridotta”.
“I beni confiscati che sono stati assegnati alla Calabria – ha specificato il vicepresidente Pietropaolo – sono più di 5 mila di cui quasi 3 mila sono stati già destinati ai Comuni. Abbiamo fatto una ricognizione rivolta ai 145 Comuni calabresi che hanno immobili già assegnati dall’Agenzia nazionale dei beni confiscati. Hanno partecipato poco più della metà delle e di questi abbiamo selezionato progetti per 25 Comuni. Le risorse stanziate tra PR Calabria e Fsc ammontano a oltre 44 milioni di cui circa 16 saranno destinati, ed è la prima volta che ciò avviene, per la gestione, nei primi tra anni, delle iniziative avviate che dovranno essere indirizzate progetti di welfare sociale e a Sostenere la nascita di cooperative di comunità e imprese sociali.
“I destinatari di questo avviso sono disoccupati, lavoratori, donne, giovani, Inattivi; partecipanti con disabilità, partecipanti di origine straniera, persone svantaggiate a rischio di esclusione sociale o discriminazione, soggetti vittime dell’usura e del racket, soggetti che compongono la rete regionale per il lavoro, il partenariato economico e sociale, organizzazioni della società civile e parti sociali. Gli interventi – ha concluso Pietropaolo – mirano al riutilizzo dei beni confiscati alla ‘ndrangheta, a fini socio-culturali e per un’offerta innovativa di servizi di welfare, attraverso percorsi di co-progettazione e azioni di innovazione che coinvolgano oltre alla Regione, i Comuni destinatari dei finanziamenti e il terzo settore”.