Primo tour calabrese per Kalavría: il docu-film farà tappa a Castrovillari, Praia a Mare e Locri
Primo tour calabrese per Kalavría. Il film documentario di Cristina Mantis farà tappa dal 24 maggio al 29 al cinema Ciminelli di Castrovillari, il 25 maggio al cinema Loren di Praia a Mare, il 30 maggio al cinema Vittoria di Locri, per poi tornare il 3 giugno in replica al cinema Farnese di Roma, dopo il grandioso successo dell’anteprima, con il tutto esaurito, dello scorso 13 maggio.
Cristina Mantis, regista di origine calabrese, nativa di Praia a Mare, già autrice del pluripremiato documentario Redemption Song, racconta nel docu-film il viaggio di Ulisse in Calabria: la storia di un uomo smarrito che ritrova se stesso nel Sud del mondo. Il racconto è quello di un naufrago dei giorni nostri che si risveglia nella terra dei Feaci e lascia che gli altri lo chiamino Ulisse, forse perché per lui, errante dimentico, in fondo vale il nome che gli viene dato.
Un uomo straniero (Ivan Franek), perso nelle sue allucinazioni, si ritrova a vivere i luoghi vissuti da Ulisse, prima del suo ritorno a Itaca. Ma non è il solo. Nella terra dei Feaci, la maga Circe (Agnese Ricchi) si aggira in un anfiteatro vuoto e il fluire dell’anima/vento di Penelope. Accompagna un sorprendente viaggio tra mito e realtà, in cui s’incrociano i destini di esseri attuali e non contemporanei in un tempo di smarrimento. Ulisse incrocia personaggi singolari come Pitagora (Domenico Pantano) e il musicista greco (Alexandros Hahalis) che vuole riunire le terre calabre della Magna Grecia con la madrepatria, Peppina, la donna dei gabbiani e, in un accampamento di migranti, un griot dalla voce celestiale (Badara Seck) che sottolinea l’essenza prismatica di una Calabria abitata da molti popoli venuti dal mare, che si sono succeduti e molto spesso amalgamati.
La Mantis riesce a portarci così in una sorta di realismo magico, in cui nei luoghi arcaici convivono con naturalezza persone dall’umanità singolare e personaggi del mito, accomunati dall’essere anime fuori dal tempo. E il documentario si fa film e l’opera filmica sfugge alle definizioni. Bellissime le riprese sul territorio calabro coinvolto, filmato dalla maestria di Fabio Olmi (David di Donatello miglior fotografia 2002) e dai droni di Dimitris Zisopoulos. Tanti i Comuni della Regione Calabria che hanno aderito con entusiasmo al progetto aprendo le porte di paesi, località e parchi naturali poco conosciuti per essere ripresi: Civita con le sue aquile e le sue case Kodra, Longobucco e Ottavio l’ultimo brigante, Praia a Mare con l’Isola Dino e la splendida Torre Normanna di Fiuzzi in cui avviene l’intenso incontro con Circe, le rovine di Paludi, Cariati con Peppina la donna dei gabbiani, fino alla foce del fiume Amato e Tiriolo terra dei Feaci, ma anche la grecanica Gallicianó, le fiumare e i ruderi del Castello Ruffo di Amendolea, di Brancaleone, Ferruzzano, Staiti, e le spiagge di Cutro piene di fiori.
Una contro-narrazione che supera il pregiudizio e rivela una terra dalla natura incontaminata e mistica, in cui lo straniero risorge nel cuore delle sue origini. Imperdibile, dunque, la visione nei cinema calabresi.
Una produzione fortemente voluta da Agnese Ricchi di Ganesh produzioni, Domenico Pantano per il Centro Teatrale Meridionale e Mario Mazzarotto per Movimento Film e realizzata con il sostegno del Ministero della Cultura e della Fondazione Calabria Film Commission. La produzione esecutiva è stata affidata all’Arbalak di Gianluca Gargano.
Ufficio stampa Centro Teatrale Meridionale