Psichiatria: in Calabria non c’è Speranza? Lettera aperta al Ministro della Salute
Il Ministero della Salute, guidato dal Ministro Roberto Speranza, ha indetto, pochi giorni fa, una conferenza: “Per una salute mentale di comunità”.
Importantissimi gli obiettivi enunciati:
1) riaffermare il principio, come sostenuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che non c’è salute senza salute mentale, e che essa è condizione per lo sviluppo economico e sociale delle comunità;
2) ribadire la responsabilità pubblica delle politiche per la Salute Mentale, per garantire in modo uniforme sul territorio nazionale il diritto alla cura e all’inclusione sociale;
3) analizzare in maniera partecipata e trasparente il funzionamento dei servizi per la salute mentale, i modelli organizzativi, le risorse umane ed economiche impiegate, la qualità delle risposte ai bisogni di salute della popolazione e le pratiche per il rispetto dei diritti di cittadinanza;
4) ripensare le politiche future, anche alla luce delle vulnerabilità emerse nel corso della pandemia, valorizzando le buone pratiche e assumendo come cornice di riferimento la salute mentale di comunità.
Principi sacrosanti, che purtroppo stridono, in diverse circostanze, con una gravissima ed imbarazzante realtà. Come quella dell’affidamento della gestione della sanità, quindi della psichiatria, in Calabria, ad opera del governo Conte e dello stesso ministro Speranza, trasformatasi in una farsa tragicomica degna delle migliori rappresentazioni messe in scena dal mitico Eduardo.
Alla fine dal “cilindro magico” del governo e del Ministro è uscito il nome del commissario: Guido Longo.
A questi il compito (così ingrato da essere oggetto di diversi e clamorosi rifiuti) di risollevare le sorti della Sanità in Calabria, compreso, se non in particolare, il settore della psichiatria che certo costituisce una sorta di “cartina al tornasole” per misurare il livello della qualità della pubblica amministrazione in un territorio.
E non vi è dubbio alcuno che, sul versante dell’assistenza psichiatrica, la Calabria recita il ruolo di cenerentola sul panorama nazionale, potendo al più risultare in competizione con i paesi del terzo mondo.
Come si può giustificare, in un paese civile, il blocco dei ricoveri nelle strutture psichiatriche nell’ASP di Reggio Calabria che perdura da 6 anni? Un atto di estrema inciviltà, accompagnato da altre gravissime omissioni: il blocco delle spettanze ai soggetti che erogano le prestazioni, la scarsa o nulla considerazione verso gli utenti, i parenti ed i lavoratori che operano in questo delicatissimo settore.
Con parametri dei servizi erogati (per numero e qualifiche degli operatori impiegati) fermi all’era ante Basaglia. Eppure basterebbe poco per rimettere le cose in sesto: i pagamenti delle spettanze, così come lo sblocco dei ricoveri, rientrano nell’ambito delle prerogative costituzionalmente riconosciute, pertanto vanno attuati immediatamente e senza indugio.
È necessario portare a termine il processo di accreditamento in capo ai soggetti che da 30 anni gestiscono il servizio.
Per la riconfigurazione dei servizi resi basterebbe ispirarsi ai modelli delle Regioni virtuose, attraverso un copia-incolla con ogni probabilità non confacente agli occulti obiettivi che hanno generato il teatrino dell’inefficienza, ma di certo sin troppo semplice da adottare.
In atto gli interlocutori della vicenda sono il Presidente della Regione Calabria Nino Spirlì, il Commissario dell’ASP Gianluigi Scaffidi ed il Commissario alla Sanità della Regione Calabria Guido Longo.
Il coordinamento delle strutture psichiatriche ha chiesto più volte ai tre un incontro simultaneo, ai fini di stilare in unica riunione un documento programmatico condiviso sui temi in questione per la soluzione immediata delle problematiche emergenti. Ad oggi, mentre i primi due interlocutori almeno hanno dato la loro doverosa disponibilità, permane il rifiuto all’incontro da parte del Commissario Longo.
Non può essere accettato da questo coordinamento tale atteggiamento, proprio perché costituisce compito essenziale da parte del Commissario coordinare e rendere efficace ed efficiente l’azione della pubblica amministrazione nel settore.
E la psichiatria in Calabria, proprio per colpa dei tre enti chiamati in causa, proprio per colpa del governo, compreso gli ultimi due esecutivi con Ministro alla Salute Roberto Speranza, è allo sfascio.
Ed è pertanto necessario l’immediato intervento del Ministro e del Presidente del Consiglio, a cui trasmettiamo questa nota, con l’auspicio che stavolta prendano realmente in esame le problematiche che incombono nel settore della psichiatria in Calabria. Convincendo il Commissario ad accettare nelle immediatezze l’incontro e, soprattutto, ad adottare, di concerto con Regione ed ASP, tempestivamente i provvedimenti richiesti. In mancanza si chiede al governo di provvedere alla nomina immediata di un commissario ad acta.
Questo coordinamento fa presente che ad oggi permane lo stato di agitazione che proseguirà con tutti gli strumenti di protesta civile non essendo tollerabile la scellerata sufficienza con cui le istituzioni hanno sinora risposto alle gravissime problematiche create dall’ente pubblico.
Si preannuncia altresì che si è dato avvio alla raccolta delle tessere elettorali che, in vista delle prossime tornate, saranno restituite al Presidente del Consiglio a sottolineare la totale mancanza di fiducia ingenerata dai comportamenti sinora tenuti dalle istituzioni.
Firmato, per il coordinamento:
Le centrali cooperative:
Confcooperative, Legacoop Calabria, UNCI
I Sindacati e le organizzazioni dei lavoratori
CISL FP, COOLAP, USB
I soggetti del terzo settore che gestiscono le strutture:
Piccola Opera Papa Giovanni XXIII, coop Città del Sole, Coop Libero Nocera, Coop Futura, Coop Humanitas, Coop Rinascita, Coop Risciò, Coop Skinner, Coop Statua San Francesco
Il Coordinamento dei parenti degli utenti delle strutture suddette