Reggio Calabra: Filomena Iatì “continua la farsa della commissione controllo e garanzia”
Sorrido e penso a chi scrive un diario, sorrido pensando a chi pubblicizza sul web i suoi diari esperienziali da rappresentanze istituzionali.
Adesso voglio scrivere non un diario, ma una pagina in cui la consapevolezza delle azioni e delle presenze assenze, rimarca la farsa della Commissione Controllo e Garanzia. Si susseguono azioni latenti con scambi di responsabilità, da un lato assenze della maggior parte dei 22 componenti (tutta la maggioranza nonché gran parte della minoranza di centrodestra) dall’altro il forte legame alla poltrona del consigliere Ripepi, con conseguente immobilizzazione dei lavori di una commissione fondamentale, soprattutto alla luce degli ultimi gravi eventi, a danno, neanche a dirlo, della comunità reggina.
Oggi, alla riunione convocata della IX commissione, cui io ero fisicamente presente sin dalla prima convocazione delle ore 8, accertavo solo pochissimi minuti prima dell’inizio dei lavori, la mancata predisposizione della partecipazione on-line, normalmente inviata agli aventi diritto almeno dodici ore prima, con evidente responsabilità del presidente Ripepi e di tutti gli organi competenti.
Ricordo a me stessa che la partecipazione alle commissioni costituisce parte fondamentale del mandato conferito dagli elettori ad ogni consigliere comunale. Il tempo è una variabile che fa parte delle nostre vita, ognuno di noi ha una vita professionale ben definita e dedica porzioni di tempo, rubandolo all’efficacia produttiva del lavoro, ma la dignità di rappresentare la cittadinanza non appartiene a tutti.
Rimango amareggiata, ma non si scalfisce il senso civico di rappresentanza elettorale che è in me. Apriamo gli occhi e agiamo sempre con la schiena dritta, senza padroni e padrini, senza simboli e partiti.
Il nostro impegno per l’affermazione della legalità ed azione nell’interesse esclusivo dei reggini continua. Confermo anche in questa sede la mia idea della opportunità che TUTTI i consiglieri comunali rassegnino le dimissioni quale segno di genuino attaccamento, questo volta si, al bene della città.