Reggio Calabria: la polizia municipale denuncia tre soggetti per diffamazione aggravata ed esercizio abusivo della professione
Nella giornata di ieri la polizia Locale, a seguito di apposita attività investigativa avviata e sviluppata dal servizio operativo, ha provveduto a deferire alla locale autorità giudiziaria tre soggetti per diffamazione aggravata a mezzo stampa ed esercizio abusivo della professione.
In particolare grazie anche ad un esperto informatico, si è riusciti risaliti all’identità di un soggetto residente nella provincia reggina che aveva postato su un noto social network delle frasi ingiuriose e calunniose nei confronti del Corpo di Polizia Locale.
L’utente si era scagliato contro la polizia locale a seguito di un articolo di cronaca dove si dava contezza di un’ attività di polizia commerciale nei confronti di un cittadino della Repubblica popolare Cinese.
Il soggetto individuato attraverso l’associazione del profilo, ancorché dell’id digitale, è stato invitato al Comando per essere compiutamente generalizzato. Dinanzi alle schiaccianti evidenze non ha potuto far altro che ammettere le proprie responsabilità e dichiararsi l’autore dello scritto offensivo.
In una ulteriore attività invece, due persone, sono state sorprese presso il Museo Nazionale nel mentre erano intenti a condurre una comitiva di visitatori stranieri fungendo anche da guide; è stato infatti accertato da operatori di polizia in abiti civili che gli stessi stavano spiegando e fornendo informazioni anche in lingua straniera sulle opere osservate all’interno dell’area espositiva.
Dopo le rituali verifiche, consistite anche nell’accertamento della mancata iscrizione all’apposito albo tenuto dalla Città Metropolitana, i due soggetti sono stari compiutamente generalizzati e verbalizzateli ai sensi della legge regionale in materia, nonché deferiti alla locale Procura della Repubblica per esercizio abusivo della professione in attesa delle determinazioni dell’A.G.
Vengono sottovalutati troppo i pericoli dei social quando si tratta di scrivere commenti o post diffamatori su altre persone. Pochi sanno che le comunicazioni sui social (come Facebook) che si rivolgono a un numero indeterminato di destinatari possono integrare la diffamazione aggravata.