Reggio Calabria: lettera di un cittadino dopo la consegna in città dei premi San Giorgio D’oro 2020
Un premio è un premio per chi lo riceve e per chi lo dà. Ma un premio è anche un esempio per chi assiste alla consegna: dà anche una strada da seguire per i più giovani.
Giorni fa ho assistito alla consegna del Sangiorgino d’Oro , premio che ogni anno il Comune di Reggio Calabria dà a personaggi che si sono contraddistinti per la loro attività lavorativa o per aspetti che possano rendere orgogliosi l’appartenenza alla città di Reggio.
Quest’anno il premio è stato virtualmente consegnato a 25 personaggi illustri della nostra città sui quali non vi è proprio nulla da eccepire: anzi lo meritano tutto.
Ma si sa che se un premio viene dato a molti diventa sempre meno importante e bisognerebbe avere il coraggio delle scelte. Il premio è stato consegnato a ospedale, medici, professori, militari, vigili del fuoco e personaggi che hanno contribuito allo sviluppo culturale della città. Non sto qui a ripetere la valenza di queste persone.
Ma davvero in 25 “nominati” non c’era proprio spazio per le attività produttive della città? Per chi produce reddito e quindi tasse e permette agli ospedali, medici, militari, professori di svolgere a loro volta un servizio per cittadini ed imprese.
Da sempre nella nostra città gli imprenditori locali sono visti come dei loschi personaggi e mentre il cittadino sostiene ad esempio l’associazione culturale, sembra completamente estraneo allo sviluppo di un’attività di impresa, al limite della sottile soddisfazione di qualche stupido quando un’impresa locale fallisce.
Che il Comune si sia dimenticato di questa categoria appare improbabile, piuttosto appare più evidente l’incapacità o la non volontà di scegliere tra tante piccole o medie imprese, che comunque esistono e svolgono il loro compito portando benefici per se stessi ma anche per tutta la collettività, contribuendo allo sviluppo del territorio. Ovviamente gli enti non si pongono il problema se un’azienda merita o non merita gli elogi quando si tratta di pagare le tasse.
In tutto questo si assiste al silenzio delle associazioni di categoria delle attività produttive.
Quindi gli enti locali si dimenticano di chi paga gli stipendi, le tasse sugli stipendi, le proprie tasse nazionali e locali e che grazie alle tasse è possibile pagare gli stipendi e le tasse dei dipendenti pubblici. Ogni anno lo Stato incassa circa 600 miliardi di euro di tasse con i quali paga stipendi di medici, militari, professori e con quel che resta investimenti pubblici.
Mai più che adesso si comprende l’importanza delle aziende. E’ bastato poco più di un mese e tutto si è fermato: il disastro economico è servito. Altri due mesi cosi e non ci saranno soldi neanche per pagare medici dello Stato, militari, professori pagati dallo Stato e impiegati pubblici. Al momento sembra che per loro nulla sia cambiato.
Dico che se tutto questo è vero come fanno i cittadini ad accorgersene se neanche gli Enti lo fanno? Un appello ai cittadini: quando vedete un’azienda di Reggio che produce un prodotto o un servizio e questo prodotto è destinato prevalentemente a tutta la Regione o a tutta Italia o addirittura a tutto il mondo stategli accanto e preservatela. Un appello agli Enti: liberateci dalla burocrazia, che pare esista solo per gli onesti.
Premiare manager di aziende multinazionali (300.000 dipendenti al mondo e 5.000 in Italia) che tengono alto il “nome” della città di Reggio serve a ben poco se non allo sviluppo del proprio portafogli, chiedere a questi stessi manager di creare una piccola produzione locale assumendo 200/300 persone di Reggio allora cambia il mondo.
Per favore il prossimo anno serve un solo Sangiorgino d’Oro, magari fatto di 1 kg di oro vero e consegnato realmente nelle mani dell’imprenditore che fa campare i cittadini di Reggio, ricordando che 100 stipendi possono far campare 300/400 persone.
Firmato.
Un imprenditore che per scelta resta anonimo, poiché non è in cerca di popolarità ma solo di un criterio consequenziale e naturale delle cose.