Reggio Calabria: nota maggioranze centrosinistra “atteggiamento ignobile di chi ha ucciso l’aeroporto”
Invece di fare squadra nel momento più drammatico per il Paese in tempi di pace, alcuni esponenti del centrodestra imbracciano la penna e sparano contumelie criticando il sindaco sulle preoccupazioni espresse in merito alle sorti dell’aeroporto, ma colpendo volutamente a morte il loro obiettivo principale: la verità. Perché la verità, ai firmatari di questa insulsa nota, fa male e va eliminata.
E’ un testimone scomodo». E’ quanto affermano i consiglieri di maggioranza alla Città Metropolitana ed al Comune incalzando gli esponenti del centrodestra: «La verità duole, evidentemente, a chi, come Lucio Dattola, era seduto in quota Camera di Commercio nel Cda di Sogas, l’ex società di gestione fallita e che oggi sta affrontando un procedimento penale proprio per la gestione scelerata dell’aeroporto di Reggio Calabria.
Sogas è in fallimento a causa di quel centrodestra che, negli anni in cui guidava l’ex Provincia ed era quindi azionista principale della società, ha spinto verso il baratro l’aeroporto pompando denari ed alimentando sperperi che, oggi, riempiono i faldoni finiti sulla scrivania dei giudici della Procura».
La verità continuano è indigesta per tutti quelli che adesso firmano comunicati stampa (quando non trovano ospitalità nelle reti televisive del loro collega di schieramento Lamberti), ma ieri tenevano occhi, orecchie e bocche chiusi mentre il centrodestra disossava e spolpava il nostro aeroporto. Professionisti del cambio di casacca, gente che non ha mai pensato allo sviluppo del “Tito Minniti”, ma solo al proprio tornaconto personale.
Acrobati del circo mediatico e politico come Giuseppe Neri, Nicola Paris, Demetrio Marino che attaccano a testa bassa i banchi del centrosinistra; gli stessi scranni in cui sedevano fino al giorno prima delle elezioni regionali. Ma questi sono. E tutto ciò non è davvero più accettabile, visto che il loro atteggiamento, dolosamente pilatesco, continua. L’atteggiamento dei “senza vergogna”, di chi non conosce rossore e vende la propria dignità ed il futuro dei cittadini pur di soddisfare l’esuberanza del capocorrente di turno.
Non condividono le preoccupazioni del sindaco Giuseppe Falcomatà affermano gli esponenti del centrosinistra e preferiscono agire probabilmente sotto dettatura, mentre noi continuiamo a ribadire la necessità, non più rinviabile, di conoscere il Piano industriale della società di gestione dell’aeroporto visto che è anni, ormai, che attendiamo di prenderne visione. Ma la visione purtroppo non c’è.
Il “Tito Minniti” avvertono gli esponenti delle maggioranze sta andando incontro ad un lento, triste ed inesorabile declino. Il centrosinistra, piuttosto, ce l’ha messa tutta. Gli unici finanziamenti veri, arrivati per salvare l’aerostazione, sono quelli del Comune di Reggio Calabria, della Città Metropolitana e della passata amministrazione regionale. Erano 2 milioni di euro che hanno consentito la sopravvivenza dell’infrastruttura durante la fase di gestione provvisoria della curatela fallimentare.
L’aeroporto è ancora in vita soltanto per questo motivo, senza dimenticare che la competenza non è per nulla di Comune e Città Metropolitana. Si chiama responsabilità nei confronti delle istituzioni e dei cittadini.
La stessa responsabilità che, più volte, ha spinto il sindaco Giuseppe Falcomatà a scontrarsi con l’ex Governatore Mario Oliverio, con l’attuale amministratore Sacal Arturo De Felice e con i consiglieri regionali politicamente latitanti su una questione di assoluta importanza per Reggio Calabria e per i reggini.
«E allora – concludono – lor signori ci facciano il piacere di tornare a rintanarsi lì dove sono stati nascosti fino ad ora. Non aprano la bocca solo per far fiato, ma scendano in campo con proposte serie, concrete, utili a rilanciare l’aeroporto che non può più stare chiuso. Da bravi cerberi, lacchè e pretoriani quali sono, stimolino i loro referenti nazionali affinché, una volta per tutte, si squarci il velo di silenzi e omissioni che stanno portando alla morte di un’importante infrastruttura che collega al mondo l’intera area dello Stretto».