Reggio Calabria: osservazioni sulla risistemazione di Piazza de Nava, 2 proposte per valorizzare la memoria storica
La delegazione FAI ed il club Soroptimist di Reggio Calabria – intendendo intervenire nel dibattito in corso sul nuovo progetto di risistemazione della Piazza De Nava a Reggio Calabria – vogliono rinnovare la memoria di quanto, in parte, nel tempo già dibattuto sull’argomento e riattualizzarla in questa fase nella quale il progetto stesso entra nella fase di attuazione.
Un contributo scrivono i responsabili del Fai di Reggio Calabria, Rocco Gangemi, e Francesca Crea Borruto per il club Soroptimist che, fuori da qualunque spirito polemico, intende essere piuttosto una proposta, un contributo di idee-guida che riteniamo imprescindibili quando si parli di interventi sul centro storico della città.
Partiamo da un presupposto: Reggio Calabria è una città dal bagaglio storico, artistico, architettonico ed archeologico ricchissimo e variegato, ma che spesso non è stato rispettato e raccontato con la dovuta attenzione.
Una tendenza che deve essere invertita: è questo che vogliamo comunicare come referenti di due associazioni che, sul territorio, volontariamente operano ed hanno a cuore la memoria e la valorizzazione del patrimonio culturale.
Quando, alcuni anni fa nel 2013 ricorda Rocco Gangemi per il Fai ci siamo fortemente opposti, insieme ad altre associazioni cittadine, alla realizzazione del devastante progetto dell’arch. Di Battista per la risistemazione della Piazza De Nava, avendo alla fine avuto ragione, abbiamo proposto, come nostra abitudine, anche due possibili soluzioni per la risistemazione della piazza, ambedue tese con approccio diverso alla valorizzazione della memoria storica della nostra città.
Proprio su queste proposte oggi Fai e Soroptimist intendono ritornare per un dibattito che deve tendere alla migliore soluzione per la città, nel rispetto della sua storia.
Una soluzione di carattere conservativo continua Gangemi, a una sola voce con Crea Borruto che prevede l’assoluto rispetto della attuale sistemazione della piazza, figlia di un preciso periodo storico della nostra città: la ricostruzione dopo il devastante terremoto del 1908, che coincise, durante il ventennio fascista, con l’avvento della tipica architettura Razionalista del regime, connotata da una forte impronta di classica monumentalità che ha segnato uno dei movimenti architettonici più pregnanti della cultura italiana del ‘900.
Il centro della nostra città proseguono conserva, di quel periodo e di quello stile architettonico, importanti testimonianze: basti ricordare Piazza del Popolo, con l’edificio dell’ex Federazione Fascista, la vicina Casa del Mutilato di Guerra, il Museo Archeologico Nazionale, opera del più importante architetto dell’epoca Marcello Piacentini prospiciente la piazza De Nava, ed ancora gli edifici di abitazione dell’arch. Camillo Autore sul lato opposto della stessa, il Tempio della Vittoria sul Corso Garibaldi e la vicina Fontana monumentale detta “La Luminosa” sul lungomare, sempre dell’arch. Autore.
A ciò si aggiungano inoltre il monumento a Vittorio Emanuele III, il complesso della Stazione Centrale di Piazza Garibaldi dell’arch. Angiolo Mozzoni, il vicino plesso scolastico De Amicis e tanti altri edifici civili e religiosi.
Si propone quindi il mantenimento ed il restauro dell’attuale Piazza De Nava, conservandone le simmetrie ed i suoi elementi tipici, come le ringhiere tubolari che caratterizzano anche Piazza del Popolo (dove oggi sono quasi sparite) e che ritroviamo pure nell’area intorno al Tempio della Vittoria”: una posizione, quella di Fai e Soroptimist, che intende richiamarsi a un principio di coerenza metodologica e allo stesso tempo di visione prospettica per il futuro.
La nostra idea scrivono ancora Gangemi e Crea Borruto è che dall’intervento conservativo si muova una idea di valorizzazione che deve essere contestuale e coerente, ad esempio mediante la realizzazione di un percorso di conoscenza di questo filone architettonico, di cui Piazza De Nava è parte, accostando quest’ultima, poi, anche a tutta quella architettura Ecclettica che fu altrettanto significativa di quello straordinario periodo di rinascita della nostra città.
Siamo convinti proseguono i responsabili dei due sodalizi reggini che questo sia un modo coinvolgente e attrattivo di raccontare una parte importante della nostra storia.
Ma aggiungono vi è anche un secondo approccio, completamente diverso, che potrebbe essere preso in considerazione: nel caso in cui, difatti, prendesse consistenza l’eventualità di un totale rifacimento della piazza, sacrificando la più recente memoria storica, questo si potrebbe accogliere solo ove fosse finalizzato a recuperare nella nuova sistemazione una ancor più antica memoria, quella del nostro patrimonio archeologico e architettonico perso attraverso i secoli a causa delle vicissitudini storiche e degli eventi naturali che hanno colpito a più riprese la nostra città.
Gangemi e Crea Borruto spiegano: “Di questo patrimonio conserviamo importanti frammenti di ogni epoca e di grande bellezza e, attraverso questo, possiamo raccontare il nostro passato. Ma solo a patto che esso ritorni a farsi “narrazione” visibile e concreta all’interno della città.
Nella nuova sistemazione della Piazza De Nava, laddove si ipotizzi che di essa rimanga solo la presenza del monumento a Giuseppe De Nava con la storica fontana, si dovrebbe a nostro parere arredarla con grandi teche di cristallo, all’interno delle quali sistemare alcuni dei più importanti e antichi elementi architettonici che sono conservati nei sotterranei del prospicente Museo Archeologico (ed anche presso altre istituzioni cittadine), quasi a costituirne una estensione all’esterno.
Da Piazza De Nava potrebbe allora partire un percorso che già in passato chiamammo “Passeggiata archeologica” e che attraverso i reperti contenuti nelle teche che diventano quasi delle “pietre miliari della nostra storia” lungo il centro storico sarebbe la più efficace narrazione della storia della città, con le sue emergenze e le sue memorie archeologiche, tanto da costituire un vero e proprio itinerario storico-culturale dal Corso fino all’area archeologica Ipogea di Piazza Italia, alle Terme Romane ed alle Mura Greche sul Lungomare e ritorno, con un andamento ad anello fino alla grande Tomba Ellenistica nei pressi del Museo.
Si realizzerebbe così concludono Gangemi e Crea Borruto un percorso pedonale di visita che, oltre a collegare i siti archeologici, connetterebbe anche i più importanti beni culturali del centro storico ed in futuro attraverso il Tapis Roulant finanche i nuovi Musei Civici della città nell’ex complesso conventuale di Sales, ma anche la Pinacoteca Civica con il Teatro Comunale, il complesso del Duomo con il Museo Diocesano ed il vicino Castello Aragonese e la Chiesa degli Ottimati. Questa idea progettuale, a suo tempo presentata alla stampa e naturalmente in maniera molto più dettagliata al Comune di Reggio ed al Ministero dei Beni Culturali rimase una idea, che adesso intendiamo rilanciare.
Riteniamo infatti che oltre alla estrema semplicità di realizzazione questa soluzione manterrebbe Piazza De Nava all’interno di una narrazione e di una visione unitarie e coerenti. Il nostro tentativo era e rimane quello di far capire alle nostre istituzioni ed ai nostri cittadini che dobbiamo sentirci eredi di una lunga e grande storia, da rispettare, conoscere e finalmente trasmettere con orgoglio, se vogliamo rendere originalmente attrattiva la nostra città.
Si chiede, pertanto, che tali osservazioni e proposte vengano valutate nella prossima conferenza dei servizi.
Rocco Gangemi Francesca Crea Borruto
Capo Delegazione FAI Presidente Club Soroptimist
di Reggio Calabria di Reggio Calabria