Reggio Capitale italiana della Cultura 2027, Falcomatà: «Ci siamo candidati per mettere in campo tutto il nostro capitale umano»
Il sindaco dopo l’audizione romana: «È stato un momento emozionante. Ho sentito durante l’audizione il peso e la responsabilità del primo cittadino, ma anche la spinta emozionale della delegazione reggina presente e dalle tantissime persone che hanno seguito l’audizione in diretta streaming»
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«È stato un momento emozionante. Ho sentito durante l’audizione il peso e la responsabilità del primo cittadino, ma anche la spinta emozionale che è venuta, non soltanto dalla nutrita delegazione reggina presente qui fisicamente, e che ringrazio, ma anche dalle tantissime persone che hanno seguito l’audizione in diretta streaming. C’è una città che ha iniziato a crederci sempre più e ad accorgersi dello straordinario posto in cui ha avuto la fortuna di nascere e poter crescere, Adesso saranno settimane di attesa per capire quali saranno le decisioni della commissione». Ad affermarlo in una nota stampa è stato il sindaco Giuseppe Falcomatà, al termine dell’audizione a Roma per la candidatura a Reggio Capitale italiana della Cultura 2027.
«Un percorso che ha coinvolto tutta la città – ha poi aggiunto Falcomatà – e noi ci candidiamo proprio per mettere in campo tutto il nostro valore umano, soprattutto la nostra storia, non fine a se stessa, ma per rilanciare un messaggio rivolto al futuro: cioè la necessità di una cooperazione tra i popoli, di un dialogo per raggiungere in maniera stabile la pace come condizione di crescita e di sviluppo di un territorio. Noi lo possiamo raccontare perché in tremila anni di storia siamo stati crocevia di popoli, di usi, di culture, di tradizioni e religioni che hanno dimostrato di poter convivere, contaminandosi positivamente l’uno con l’altro. Questo è il motivo della nostra candidatura e siamo perfettamente convinti che queste siano delle ragioni ulteriori rispetto a quello che è il nostro straordinario patrimonio storico, artistico,culturale, naturalistico e archeologico. Non solo le bellezze della nostra terra, ma anche la necessità del recupero della centralità del nostro Paese nel Mediterraneo».
«Ci crediamo ancora di più dopo questa audizione – ha concluso il primo cittadino – se penso a dieci anni fa noi non eravamo in grado di sostenere una candidatura come Capitale della cultura. Nel corso di questi anni, abbiamo capito ancora di più la forza del nostro territorio: non è ricco di insediamenti industriali, ma è un luogo che, come sempre è stato nel corso della storia, può trarre linfa vitale dalle sue bellezze e dal suo patrimonio. Tutto ciò accompagnato a interventi infrastrutturali nella cultura, nel turismo, interventi di rigenerazione urbana ma che azioni immateriali che ci hanno consentito in questi anni di vivere meglio i nostri luoghi, di recuperare spazi abbandonati e, soprattutto, di riscoprire la voglia di stare insieme. Accanto a ciò un finanziamento tra Comune, Città metropolitana, Museo Archeologico, Archivio di Stato, Camera di Commercio e ancora finanziamenti privati dedicato esclusivamente alla Capitale della Cultura per otto milioni di euro. Quindi il nostro impegno è programmazione, idee e cuore ma anche un impegno economico non indifferente».