Reggio Calabria

Riorganizzazione ADM: il porto di Gioia Tauro sotto osservazione

L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) ha recentemente riorganizzato i suoi uffici territoriali, accorpando le competenze di Dogane e Monopoli in un’unica struttura.

Nota integrale

Il 30 gennaio 2025 l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) ha ufficializzato la nuova articolazione
delle Direzioni Regionali e degli uffici territoriali e la loro rispettiva graduazione, dando così attuazione
ad una legge del 2012 che aveva già disposto la fusione in un’unica agenzia fiscale (ADM) delle
Amministrazioni delle dogane e di quella dei Monopoli.
L’accorpamento in un’unica struttura amministrativa delle funzioni di Dogane e Monopoli prevede ora
una nuova articolazione degli Uffici territoriali, finora denominati Uffici delle Dogane (UD) con
competenza in materia di dogane e accise, che assumono la nuova denominazione di Uffici Accise
Dogane e Monopoli (UADM), con competenza unitaria in materia di dogane, accise, tabacchi e giochi.
Per quanto attiene alle strutture calabresi, ed in particolare all’Ufficio delle Dogane di Gioia Tauro
(competente attualmente solo sul Porto di Tauro), la riforma prevede che questo Ufficio – pur
continuando ad assicurare le funzioni di presidio, controllo e gestione sulla movimentazione
commerciale del più grande snodo portuale italiano – assuma le funzioni di presidio, controllo e gestione
anche in materia di dogane, accise, tabacchi e giochi su un enorme territorio extra-portuale, ovvero sui
comuni di Gioia Tauro, Rosarno e San Ferdinando e su tutti i comuni della provincia di Vibo Valentia
(funzioni finora assicurate, nei rispettivi settori, dall’Ufficio delle Dogane di Reggio Calabria e dall’Ufficio
Monopoli – Sezione Operativa Territoriale di Reggio Calabria).
Tale circostanza desta viva preoccupazione, considerato che l’Ufficio di Gioia Tauro svolge un ruolo
determinante di presidio istituzionale nel più grande porto italiano ed uno dei più grandi porti europei.
A Gioia Tauro le dogane effettuano il maggior numero di controlli scanner di tutta Italia e, in sinergia
con la Guardia di Finanza, assicurano i più grandi sequestri di stupefacenti a livello nazionale ed europeo;
processano decine di migliaia di dichiarazioni doganali in importazione, esportazione e transito ed
analizzano i dati di milioni di container in transhipment per individuare e neutralizzare il rischio che
vengano introdotte nel territorio nazionale (ed unionale) merci illecite (dalle armi ai prodotti pericolosi);
senza contare le rilevanti somme che vengono introitate con l’accertamento e la riscossione dei diritti
doganali (comprese le tasse portuali).
Tutto questo in un luogo – il porto di Gioia Tauro – notoriamente sottoposto fin dalla sua nascita ad una
enorme e continua tensione ambientale/criminale.
E questa Autorità di sistema portuale, avendo ben nota la specificità e la complessità del porto, è
intervenuta (a proprie spese) a sostegno delle dogane di Gioia Tauro assegnando ad esse uno scanner
di ultima generazione da utilizzare per i controlli sulle merci.
È auspicabile e doveroso che tale presidio sia costantemente mantenuto e che le riforme amministrative
– per quanto legittime – siano improntate a ragionevolezza e proporzionalità.
Il porto di Gioia Tauro sta crescendo in maniera esponenziale (quest’anno verosimilmente saranno
battuti tutti i record di movimentazione) e le istituzioni di controllo e regolazione devono essere messe
in condizione di assicurare i propri compiti e le proprie funzioni in maniera adeguata, anche per
supportare e favorire la crescita commerciale ed economica dell’intero territorio.
Affidare alle dogane di Gioia Tauro anche compiti e funzioni ulteriori e gravosi ne accresce,
indubbiamente, la già peculiare complessità: desta, quindi, ulteriore perplessità che ADM non abbia
inteso confermare tale complessità, tanto da determinarne un declassamento di graduazione (da I livello
a II) pur a fronte di un consistente aumento di funzioni (e di complessità) rispetto al passato.

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