Ripepi “cittadini esasperati al quartiere Eremo Botte, da sei giorni lasciati senza acqua”
Reggio Calabria vince l’oro per l’emergenza idrica e sanitaria. Unica nel suo genere l’amministrazione della città dello Stretto sale sul podio dell’inefficienza in maniera indefessa: ogni santa estate lascia i suoi cittadini senza acqua per giorni e giorni.
Tutta Reggio nord ed in particolare i residenti del quartiere Eremo Botte, non solo devono combattere con il caldo anomalo di questi giorni, ma sono costretti da più di sei giorni ad ingaggiare una lotta quotidiana per il reperimento dell’acqua. Questo è un fatto non tanto eccezionale, perché poi la norma è non poter mai usufruire del servizio idrico pubblico diurno per l’intera stagione estiva.
Per cui se non si è muniti di autoclave o serbatoio, di fatto ci si può lavare e fare le faccende domestiche solo a notte inoltrata, e come se non bastasse, sembrerebbe addirittura che il comune sia dotato di un solo mezzo per rifornire le autoclavi dei cittadini.
Ma se poi l’acqua non arriva e anche quella dei depositi privati si esaurisce: a quale santo votarsi? Quale sviluppo per il Mezzogiorno? Come sentirsi cittadini europei se i reggini vengono privati anche dei servizi minimi ed essenziali come l’acqua e la pulizia delle strade dall’immondizia? In una comunità civile e ben organizzata, le istituzioni sarebbero intervenute in tempi record; a Reggio Calabria invece, i cittadini dedicano il loro tempo a fare segnalazioni, che il più delle volte rimangono nel dimenticatoio.
I cittadini, che pagano tasse parecchio salate per l’acqua e l’immondizia, di fronte ad un sindaco incapace di sopperire ai bisogni della cittadinanza, non hanno alcuna alternativa ancorché nemmeno gli uffici comunali preposti rispondono o risultano perennemente occupati.
La questione ha diversi punti deboli; da una parte le istituzioni che abbandonano gli elettori al loro destino di rassegnazione e dall’altra il caso specifico del sindaco Giuseppe Falcomatà, che aveva promesso di far funzionare la diga del Menta e di non far mancare mai l’acqua nelle case dei reggini, storicamente in penuria idrica.
Era il 20 giugno 2016 e con il suo solito modo di fare politica a suon di post il primo cittadino prometteva di vigilare sui lavori della diga del Menta, coniando l’ennesimo slogan: “acqua per i reggini” e che entro un anno la secolare questione sarebbe stata risolta.
Ebbene, tutti i reggini ed in particolare negli ultimi giorni, secondo le tantissime segnalazioni, gli abitanti di via Eremo Botte stanno ancora aspettando che avvenga il miracolo dell’acqua dopo 5 anni.
Ai residenti viene da supporre che qualcuno possa anche manovrare illecitamente per deviare il corso dell’acqua solo nell’arteria Eremo Botte. Dalle fontanelle pubbliche di Eremo Condera, infatti, l’acqua scorre a più non posso e nella stessa via Cardinale Portanova c’è una perdita idrica che nessuno si preoccupa di sanare.
La domanda è: l’acqua c’è? E se sì, perché non viene distribuita in modo adeguato nella stagione estiva? E se anche ci fossero dei guasti, perché mai all’ennesima segnalazione dei cittadini il Comune non interviene con una squadra di operai?
Se non è questa una tragedia per Reggio Calabria, che cosa può esserlo più, se non la disgrazia di avere un primo cittadino che non sa fare il suo mestiere, ma non ha nemmeno l’umiltà di lasciare il suo posto ad altri. Di fronte ai disservizi, che segnano l’estate reggina, ci vorrebbe una dimissione in blocco della giunta Falcomatà.
È d’obbligo ascoltare i cittadini che oggi invocano l’intervento del prefetto, perché prenda in mano le sorti di questo territorio completamente abbandonato a sé stesso. Ma qui ci vorrebbero i vertici dello Stato per rimuovere il sindaco ed installare immediatamente un governo d’emergenza per l’intera area metropolitana.