Reggio Calabria

Ripepi su Caos rifiuti “i Giudici del Tar bocciano i tre super esperti nominati da Falcomatà costati ai cittadini 30.000 euro”

massimo ripepi

Sette anni sono passati e l’amministrazione più scarsa della storia continua a non smentire se stessa.  Falcomatà e la sua indefessa “armata brancaleone” ne combina un’altra, sempre a spese della cittadinanza che continua a pagare tasse senza vedere all’orizzonte il benchè minimo servizio.

Animato dal consueto dilettantismo, ormai visibile agli occhi di tutti, si compiace di regalare trentamila euro a tre super commissari per gestire una gara che possa selezionare, attraverso un bando, un ente esterno idoneo a ripulire finalmente la città. E invece che succede? Persino il TAR lo taccia di incompetenza accogliendo il ricorso di Ecologia oggi.

Infatti, la società che il primo cittadino aveva selezionato, insieme ai suoi costosissimi tecnici e con tempi biblici, non è in grado di fornire il servizio richiesto.

Secondo i Giudici del TAR, la società Teknoservice, attuale vincitrice del bando, ha scavalcato la ricorrente Ecologia oggi, pur non possedendo i requisiti necessari per espletare il servizio.

Era necessario pagare profumatamente i tecnici in questione, per scegliere una ditta priva delle competenze necessarie e dei mezzi per ottemperare alle richieste del bando stesso?

La linea del TAR non fa una piega e scompiglia nuovamente le carte in tavola, determinando la disfatta di Falcomatà e della sua “armata brancaleone”. Dal 15 settembre l’AVR avrebbe dovuto passare le consegne alla suddetta Teknoservice aggiudicataria dell’appalto per un valore complessivo di 118 milioni di euro.

Ora invece bisogna attendere la nuova udienza del 15 dicembre, come ha stabilito l’organo giudicante, per riaprire forse la gara. Nel frattempo l’AVR ha un mandato che scade il 31 ottobre, ma da questa data in poi e fino al 15 dicembre o molto oltre, chi si occuperà di ripulire la città, già messa alle strette da un sistema di raccolta mal funzionante da anni?

Qui poi si apre un mondo: la questione del sistema di raccolta era stata messa fra le priorità della campagna elettorale di Falcomatà che aveva garantito di internalizzare il servizio con la società Castore.

Pertanto l’errore è duplice, da una parte Falcomatà gettava fumo negli occhi dei suoi elettori promettendo mare e monti, mentre in seconda battuta decideva di esternalizzare il servizio di raccolta con una procedura arbitraria e costosa per le casse del Comune, ripiegando su una commissione che per di più non è capace di fare la scelta giusta.

Per chiudere il cerchio e giustificare il pasticcio ormai compiuto, il primo cittadino, anziché fare mea culpa, va piangendo fame e si cosparge la testa di cenere con dirette sui social per imbonire i suoi concittadini.  Si appella persino al Consiglio di Stato come se non fosse sua e solo sua l’emerita colpa di non saper amministrare.

Nel frattempo, il Comune è allo sbando, boccheggia e non ha nemmeno i soldi per comprare le lampadine dell’illuminazione pubblica nelle periferie.

Ma quale altro misfatto deve commettere il signor sindaco affinchè capisca che è ora di dimettersi e di lasciare la città nelle mani di qualcuno più esperto, più maturo e soprattutto più capace?

Non ne possiamo più di subire angherie e atti di arroganza politica perpetrata da amministratori incapaci che, con la presunzione di sapere tutto, abusano della fiducia dei reggini che nel frattempo annegano nel disagio quotidiano.

Il sindaco chiede di “soffrire insieme” ma meriterebbe di pagare pegno da solo lasciando il timone di questa città, che di sofferenze ne ha già subite abbastanza.

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