Roma: il Presidente del Consiglio Conte, si “gioca” tutto a Bruxelles sugli insidiosi tavoli economici dell’Europa.
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, si “gioca” tutto, a Bruxelles, sugli insidiosi tavoli economici dell’Europa. Proprio in un momento in cui si sbandiera l’appartenenza all’unità nazionale, tra inni e sventolio di bandiere tricolori, uno scenario tutt’altro che omogeneo e tutt’altro che garantista della compattezza repubblicana, profila manfrine e manovre interne per un ritorno pregno di incognite, di Italia viva, se non addirittura della Lega di Salvini, a Palazzo Chigi.
Finora, il Presidente del Consiglio è sempre riuscito a fare fronte ai detrattori e in particolar modo, alla “fronda” dei franchi tiratori, riuscendo, non senza difficoltà, a uscire indenne, in un modo o nell’altro, dal fuoco di fila delle tante, troppe criticità incontrate negli ultimi quattro mesi sul proprio impervio cammino.
Inutile rivangare che, nato più per necessità che per affinità di intenti, il Governo PD-M5s ha più volte vacillato e c’è chi insinua di essere prossimi al capolinea già a settembre con i diversi antagonisti di schieramento, che affilano le lame e tessono trame incessantemente.
La gestione della pandemia sarebbe stata ostica e immane per chiunque si fosse trovato addosso il fardello di doverla affrontare. Non osiamo immaginare, se al posto dell’assennato e composto Avv. Conte, avessimo avuto al vertice di Montecitorio gente avventizia più adusa a roboanti proclami ed alla politica del dissenso toutcour, piuttosto che a proposte attuabili e risolutive.
Certo una calamità mondiale come quella vissuta ed è bene ribadirlo, non ancora sotto controllo sanitario, ha indubbiamente messo a dura prova il Conte-Bis, finito nel mirino dei biasimanti e degli eterni scontenti e la popolarità del Premier e dell’esecutivo dovrà ancora fare i conti anche con il probante fuoco amico di Matteo Renzi, che tuttaltro che affiancare non perde occasione per rivelarsi una vera spina nel fianco.
Ultima, solo in ordine di tempo, la scelta dell’esecutivo di non far partecipare i senatori di Italia Viva al voto in giunta, sulle sorti processuali di Matteo Salvini nello scivoloso caso Open Arms, il cui rimbombo e contraccolpo sembrerebbe non essere stato messo abbastanza in conto da Palazzo Chigi.
Pur considerando che numericamente, i renziani non sono allo stato attuale, determinanti, la forbice della compattezza si allarga, creando disomogeneità e, ancora una volta, gli esponenti di Italia Viva, hanno mal digerito il boccone amaro e preso ulteriori distanze dal Governo in carica.
Altro indizio di scompenso, è la recente vicenda della commissione d’inchiesta sulla conduzione sanitaria in Lombardia, con il centrodestra che ha votato come Presidente Patrizia Baffi di Italia Viva, scatenando le proteste del PD, che insieme al Movimento 5 Stelle, spingeva per il dem Jacopo Scandella.
Insomma, è opportuno sottolineare che negare proprio adesso, nel momento in cui l’emergenza medica ed economica scorre tra mille incertezze e lo smarrimento della popolazione, lungi dall’essere sotto controllo, serpeggia ed è ancora in atto, il mancato sostegno al Governo potrebbe rivelarsi un micidiale boomerang per l’intera Nazione.
Renzi, una volta archiviata la fase più critica potrebbe appoggiare l’idea di un governo tecnico, guidato da Mario Draghi, una figura che di sicuro mette tutti d’accordo, con il Presidente della Repubblica Mattarella che al riguardo non opporrebbe resistenza.
Al momento il Presidente del Consiglio, ha ancora diverse frecce nella sua faretra. In quest’ottica, si avvia ad essere molto probabilmente decisiva, la partita sospesa sul tavolo delle trattative dell’Unione Europea, con l’Italia sempre più stretta tra Mes e Recovery Fund.
Nella malaugurata ipotesi di un risultato poco soddisfacente, tuttavia, si andrebbe a configurare una vicenda economicamente apocalittica per il nostro bersagliato Paese e l’esecutivo Conte bis, risulterebbe il primo e l’unico indiziato con la conseguenza che, senza aver potuto vedere l’atteso finale positivo, con grande probabilità, dovremmo assistere allo scorrere anticipato dei titoli di coda.
Maria Concetta Valotta segretario generale della camera arbitrale_