S.C.E.G.L.I. dai giovani “Trecento Sì” per uscire dalla pandemia
I giovani si mettono in gioco e, insieme, escono dall’isolamento dovuto alla pandemia.
Ecco, riassunto in una frase il senso del progetto S.C.E.G.L.I, il percorso con il quale l’associazione Attendiamoci ha coinvolto ben 321 studenti delle scuole medie e superiori a Reggio Calabria.
Il progetto si è focalizzato sull’obiettivo di aiutare i ragazzi, provati da due anni di isolamento totale o parziale, a ritrovare una socialità, una direzione e riconnettersi alle proprie scelte, alle proprie passioni e, soprattutto, all’altro. Per questo motivo, “Scegli” è stato selezionato all’interno del bando “Educare insieme” del Dipartimento delle Politiche per la Famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Il 14 dicembre nell’auditorium della Scuola Allievi Carabinieri di Reggio Calabria, il momento conclusivo di un cammino durato un anno, condotto in sinergia con due scuole partner l’Ite “Piria-Ferraris-Da Empoli” e l’Istituto comprensivo “Telesio-Montalbetti” che ha utilizzato tutti i mezzi possibili per attrarre i ragazzi e contribuire alla loro formazione rispettandone le caratteristiche individuali, le passioni e le inclinazioni.
“Scegli”, infatti è l’acronimo formato dalle iniziali dei sei moduli tra i quali gli studenti hanno potuto scegliere: Scelgo, un corso semiresidenziale di decision making; Creo, un doppio laboratorio di sperimentazioni alimentari e stamperia digitale; Esprimo, un percorso di “musical theatre”; Gioco, un workshop di progettazione di un festival sportivo; Lavoro, una scuola di avviamento all’imprenditoria; Imparo, un seminario semiresidenziale di metodologia dell’apprendimento.
Sei attività che hanno coinvolto i ragazzi grazie al supporto decisivo non solo dei docenti, ma anche dei giovani tutor di Attendiamoci: giovani solo qualche anno più grandi dei partecipanti, già formati e pronti a mettere in campo i protocolli di “peer education” (educazione tra pari) che contraddistinguono il modello educativo dell’associazione.
Sono stati loro, oltre a partner di prestigio come Confindustria Giovani, la Camera di Commercio di Reggio Calabria, la ConPait e tanti altri, a rendere possibile le attività educative.
Ma la parte più importante del progetto, al di là delle singole attività, è stato il ritorno a una socialità finalmente “normalizzata” dopo due anni di pandemia.
«Dopo due anni passati in casa, o comunque in parziale isolamento, far parte di un’attività mi ha aiutato a stringere nuove amicizie e superare la mia timidezza», ha raccontato Aida, 12 anni. Con lei e come lei gli altri studenti di scuole medie e superiori hanno raccontato con poche e semplici parole l’impatto, sia umano che metodologico, che le attività svolte hanno lasciato loro.
Accanto ai commoventi racconti dei ragazzi, nel corso dell’incontro finale di ieri mattina, dopo i saluti istituzionali anche gli interventi delle dirigenti del “ITE Piria”, Anna Rita Galletta e del “Telesio-Montalbetti” Marisa Maisano.
Entrambe hanno sottolineato l’impatto positivo del modello educativo di Scegli sui propri studenti e specialmente l’opportunità per ragazzi e professori di passare del tempo insieme fuori dalle mura scolastiche, circostanza che è risultata in un miglioramento dei rapporti tra docenti e discenti e quindi in una rinnovata fiducia.
«La bellezza dell’incontro è alla base del progetto Scegli e alla base di Attendiamoci che dal 2001 si impegna a far scoprire ai giovani proprio l’arte di entrare in relazioni significative e di scommettere su sé stessi e sulla propria comunità.
Cambiare il mondo, per noi, significa innanzitutto cambiare noi stessi, accompagnare i giovani e così incidere sulla società, mettendo in circolo del bene» ha spiegato Alfredo Pudano, presidente dell’associazione Attendiamoci.
«Questo progetto – ha invece raccontato Giovanni Mazza, il responsabile esecutivo di Scegli – è stata una grande, unica e forse irripetibile occasione. Per noi di Attendiamoci, per metterci alla prova con un intervento multidisciplinare, improntato sulla scorta di esperienze similari già sperimentate in altro modo, per dare maggiore valore ad un modello educativo che premia la formazione giovane giovane con una strategia di accompagnamento costruita sulla importanza delle relazioni significative».
Ad Annamaria Polimeni, coordinatrice del Progetto Scegli è invece toccato il compito di presentare i risultati del progetto. Tuttavia, piuttosto che parlare di numeri e dettagli tecnici (che comunque i colleghi giornalisti possono trovare allegati all’interno della cartella stampa, ndr) l’educatrice ha preferito soffermarsi sulle testimonianze dei ragazzi, scritte spontaneamente sui moduli di fine corso. Parole che testimoniano un impatto profondo e per certi versi inaspettato sui ragazzi che hanno preso parte alle attività.
Un tema ricorrente, quest’ultimo, anche nel documentario “Trecento sì”, del regista Antonio Melasi, che per un anno ha seguito i ragazzi che hanno preso parte ai sei moduli di Scegli. Uno spaccato di grande umanità che ha commosso i presenti in sala ed entusiasmato gli stessi studenti che hanno gremito l’Auditorium dell’Arma.
Il documentario è visibile sul canale youtube di Attendiamoci a questo link: https://youtu.be/-Tm43dFVbkA
A chiudere in bellezza l’incontro di ieri mattina, un medley di canzoni interpretato dagli studenti che hanno preso parte al laboratorio Esprimo, diventati membri del cast che ha messo in scena per ben sei volte, tra maggio e settembre, il musical “Il Re Leone: ricordati chi sei”, prodotto da Attendiamoci e andato in scena a Reggio Calabria e a Carpi.
L’associazione Attendiamoci si occupa dal 2001 di prevenzione del disagio giovanile e di promozione delle risorse personali: una formazione dei ragazzi a 360 gradi attraverso valori come l’accoglienza, l’attenzione, il servizio, l’ascolto, l’impegno per accompagnare secondo un principio di sviluppo armonico ed integrale.
Il modello educativo pone in risalto il valore della persona, la sua integrazione sociale, la sua felicità, non sottovalutando la dimensione affettiva e spirituale, secondo l’idea che la prima grande palestra-impresa da realizzare è vivere al meglio la propria esistenza.