Cosenza

San Nicola Arcella: processo per l’uccisione di un gatto, un atto di barbarie inaudito

Un fatto di cronaca, nel 2021, scosse la comunità di San Nicola Arcella.
Un uomo è finito sotto processo per aver ucciso barbaramente un gatto di una colonia felina locale.
L’episodio suscitò un’ondata di indignazione e portò alla luce un problema più ampio: la violenza sugli animali, ancora troppo diffusa.
NOTA INTEGRALE
Sappiamo o, almeno, dovremmo sapere, che i gatti abitanti delle case, dei condomini e delle strade, sono considerati animali d’affezione e quindi tutelati dalla legge quadro nazionale n. 281/91 (vecchia di 34 anni) e che i reati contro di loro sono puniti con la reclusione dalla legge 189/2004.


Nel 2021, a San Nicola Arcella provincia di Cosenza, un uomo ha ucciso a bastonate un gatto della vicina colonia regolarmente accudita e, secondo le voci di vari concittadini, sembra non sia stata la prima volta.
Perchè lo ha fatto? Il gatto gli stava antipatico? Pensava fosse una tigre? Ne aveva paura? Forse quell’uomo aveva gli occhi foderati da lenti di ingrandimento?

Ci risulta inoltre che il sindaco, il quale dovrebbe conoscere profondamente la giurisprudenza, sollecitato da alcuni cittadini insofferenti, invece di educarli al rispetto della legge, abbia minacciato l’allontanamento della colonia dove il gatto stazionava. Fatto illegale.

Domandiamo: ma in Calabria, provincia di Cosenza, si possono uccidere impunemente a bastonate i gatti? Ci auguriamo di no. Evidentemente l’uomo aveva la coscienza foderata da muri di pietra.

Ma…..

E’ successo poi che un “signore”, per empatia e rispetto delle leggi, rimasto sconvolto da tanta brutalità verso una creatura innocente e indifesa, abbia denunciato l’uccisione del gatto e quindi, il 21 di gennaio 2025, presso la Procura di Paola, ci sarà la prima udienza del processo.

Siamo certamente dalla parte del “signore” che ha denunciato la barbarie e vorremmo che in Italia le leggi fossero rispettate anche dai duri di cuore, che non servissero processi affinchè la cultura della legalità, della conoscenza, dell’empatia, della civiltà…….diventassero patrimonio di tutti. Dal nord al sud senza distinzione.

 

La brutalità umana ci rende disumani o, forse, come scrive Nietzsche: troppo umani.
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