Si chiude con successo il festival del “sale raffinato in arte”
Il Salgemma Lungro Festival è un faro acceso sulla rinascita della Miniera di Lungro
Il Salgemma Lungro Festival si chiude con un successo che va ben oltre le aspettative, confermandosi come un punto di riferimento culturale, e non solo per Lungro.
Questa edizione, voluta ancora una volta dall’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Carmine Ferraro e realizzata con la direzione artistica e tecnica di Piano-B, ha rappresentato un viaggio appassionato tra storia, cultura e tradizioni, con l’obiettivo di continuare quanto intrapreso, e cioè mantenere una luce accesa sul percorso di recupero e valorizzazione della storica Miniera di Salgemma.
Il suo valore inestimabile non solo ha rappresentato per tanto tempo la fonte economica sostanziale per il territorio, ma continua ad essere uno degli aspetti più belli della memoria profonda della collettività e di tutta la regione Calabria.
Il festival ha coniugato perfettamente la ricchezza del passato con il linguaggio del presente, ha coinvolto l’intera comunità e ha incassato l’entusiasmo del pubblico.
E poi, il riconoscimento e il patrocinio della prestigiosa Fondazione Italia Patria della Bellezza hanno ulteriormente legittimato l’importanza del progetto, inserendolo in un contesto nazionale di rilievo.
Questo sostegno ha infatti aperto nuove e piacevoli prospettive per il borgo arbëreshë, testimoniato dall’invito a presentare il Salgemma Lungro Festival al Forum della Bellezza di Milano, il 21 novembre prossimo, nonché dall’adozione del festival da parte di YOLO+ , un’agenzia nazionale di comunicazione integrata che supporterà, con la sua esperienza, il consolidamento del brand Salgemma Lungro Festival.
Sarà quindi una giornata dedicata a tutti quei progetti virtuosi che mettono al centro la bellezza del territorio, dei tesori artistici culturali e dei luoghi che il nostro Paese ha da offrire.
Con questo spirito, il programma del festival ha proposto eventi che hanno saputo valorizzare ogni angolo di Lungro, trasformando le sue deliziose gjitonie, le vie e le piazze storiche, in scenari naturali perfetti per ogni spettacolo.
La sezione SERENATE DI SALE ha proposto notevoli esibizioni, come il reading musicale di Max Mazzotta che ha reinterpretato in chiave moderna “I cavalieri di Aristofane”, offrendo uno spaccato acuto e ironico del potere politico, tanto antico quanto attuale.
L’energia travolgente e internazionale di Sol Pereyra poi, accompagnata da Dj Karim, ha portato in piazza una ventata di World Beat, combinando ad arte elettronica, pop e tradizioni folcloristiche latinoamericane, mentre Sasà Calabrese, insieme a Fabio Guagliardi e Tarcisio Molinari, ha reso omaggio a Francesco De Gregori con ‘Viaggi e miraggi’ tessendo, attraverso le sue canzoni, anche un pezzo delle nostre vite, in un concerto senza orpelli, sincero e intenso.
Non è mancato il momento dedicato al Cinema con CINEMA SOTTO SALE, che ha offerto al pubblico la proiezione del film/documentario “Il sogno di Jacob” di Luigi Simone Veneziano, un’opera che ha saputo raccontare la vita, e l’arte nella sua essenza, del grande Nik Spatari, fondatore del Parco Museo MUSABA.
“Ma che bella serata” è stato invece il leitmotiv del concerto di Santino Cardamone, cantautore folk blues calabrese, che con la sua trascinante e autentica simpatia ha chiuso il ciclo di SERENATE DI SALE.
Uno spettacolo incredibile, ironico, quasi illogico a tratti, culminato nel “momento falò”, con Cardamone e la sua scalmanata band disposti in cerchio insieme al pubblico, a ridere e cantare come si fa tra buoni amici.
Eventi che hanno espresso la grandissima capacità di accogliere che appartiene a Lungro. Non è strano che, nell’antica lingua albanese che qui si parla, si pronunci spesso la parola mikpritja, che infatti esprime un’idea ben più ampia dell’ospitalità: vuol dire accoglienza, ma anche fratellanza, amicizia sincera.
Il Salgemma Lungro Festival è stato capace di spaziare tra diverse forme d’arte, mantenendo sempre un legame forte con il territorio e la sua identità. Non solo: si è rivelato un’occasione unica per riscoprire il valore della memoria storica e per promuovere una cultura che guarda al futuro con consapevolezza e orgoglio.
«Il lavoro per restituire la fruibilità della miniera di Salgemma alla comunità lungrese e al patrimonio italiano non si interrompe qui». Ne è certo il sindaco Carmine Ferraro, perché «il brand creato attorno al festival è anche simbolo di coesione tra comunità e istituzioni che si assumono l’impegno collettivo per la rinascita, la valorizzazione e la tutela di questo patrimonio inestimabile».
Con l’edizione 2024 del Festival si consolidano le basi di un progetto molto promettente, in cui Lungro, con la sua storia straordinaria e la sua inconfondibile tradizione culturale, potrà essere esempio di attrattore turistico, coltivando la rinascita dei luoghi anche attraverso una nuova narrazione, quella appunto del sale grezzo “raffinato in arte”.