TIN della Dulbecco, Usb Calabria “un Fiore all’Occhiello della Sanità Calabrese e un’Ingiustizia da Sanare”

Di solito prendiamo parola come Organizzazione Sindacale per denunciare gli abusi che subiscono i lavoratori sul posto di lavoro, o le violazioni del CCNL, ma questo comunicato non parlerà di questo o meglio non solo di questo.
Vogliamo raccontare un fiore all’occhiello della Sanità Calabrese e della AOU Dulbecco. In questa azienda c’è un piccolo reparto che si prende cura dei bambini appena nati, parliamo di bambini che hanno meno di un mese di vita! È il reparto di Terapia Intensiva Neonatale (TIN) della AOU Renato Dulbecco di Catanzaro.
Chi lavora in questo reparto sa quanto è difficile avere a che fare con dei piccoli pazienti che non possono comunicare i loro sintomi, non possono dirti dove gli fa male, che sensazioni hanno, ma che possono comunicare il loro disagio solo piangendo. Alla TIN della Dulbecco infermieri e medici fanno letteralmente i miracoli!
Curano bambini nati prematuri, li tengono in reparto anche per mesi e li dimettono solo quando sono fuori pericolo e possono crescere senza l’aiuto di infermieri e medici.
E non lo fanno solo per i parti prematuri avvenuti alla Dulbecco, ma viaggiano tra le province di Catanzaro e Crotone per prelevare con ambulanze e termoculle i bambini nati altrove per portarli nel loro reparto.
Purtroppo, a causa di una Regione che preferisce spendere le proprie risorse per arricchire gli amici della sanità privata, invece di investire in strutture adeguate, i bambini più gravi devono essere trasferiti verso centri più attrezzati come Roma o Napoli.
A questo punto vi starete domandando: “Chi fa il trasferimento!?” Sempre i soliti medici e infermieri che lavorano in TIN! Ed è proprio qui che nasce il problema!
Immaginate di trovarvi su un’ambulanza che sfreccia per le strade con un bambino di meno di un mese in una termoculla che rischia la vita.
Immaginate di arrivare all’aeroporto di Lamezia Terme e trovare il cargo della Marina Militare che vi aspetta per salire su quel volo insieme al bimbo in una corsa disperata per salvargli la vita.
Stressante vero!?
E se a tutto questo si aggiunge il fatto che non venite remunerati correttamente per questo lavoro svolto? Se ci aggiungete che le spese di viaggio le dovete sostenere voi e poi l’azienda ve le rimborsa tassandole? Come vi sentireste?
Male vero? Ma è proprio quello che sta avvenendo all’interno della TIN della Dulbecco!
Quando come sindacato siamo venuti a conoscenza di questa assurda storia, che per un periodo vedeva anche l’assenza di copertura INAIL per chi partiva in missione, abbiamo immediatamente chiesto agli infermieri: “Scusa, ma chi te la fa fare?”
La risposta è stata lapidaria e senza possibilità di replica: “Che dovremmo fare? Lasciare i bambini al loro destino!?”
Pensiamo che sia facile intuire il livello di ricatto emotivo a cui sono sottoposti questi lavoratori.
Appena USB ha fatto presente alla Direzione Aziendale l’assurdità di tutta questa vicenda, abbiamo riscontrato da parte della stessa un’immediata apertura nel dare la giusta remunerazione ai lavoratori e nel predisporre un sistema tale da permettere che non fossero i lavoratori ad anticipare le spese. Bastava solo portare la questione in sede di trattativa sindacale.
Tutto bene, dite voi? Invece no!
Alla prima data utile, il 6 marzo, tutte le Organizzazioni Sindacali (tranne la nostra) hanno concordato che i problemi della TIN non erano all’ordine del giorno, che c’erano cose più urgenti da trattare e la discussione sulla TIN andava rinviata.
La data buona sembrava quella dello scorso 24 marzo, dove il punto sulla TIN era nell’Ordine del Giorno e quindi doveva essere discusso. Purtroppo, questa riunione è saltata.
La riunione di giorno 24 non si è svolta perché CGIL, Nursind e FIALS, per meri conti elettorali rispetto alle prossime RSU, hanno fatto saltare la riunione accampando la scusa di una fantomatica assemblea intersindacale fissata proprio lo stesso giorno e alla stessa ora della riunione (fissata in precedenza) che doveva discutere, tra le altre cose, proprio della TIN.
Questi sono i fatti che vogliamo denunciare, e siamo convinti che chiunque leggerà questo comunicato potrà farsi un’idea di quanto sia stato squallido questo atteggiamento.
Pensiamo che chi, per un motivo o per un altro, in un modo o in un altro, stia cercando di posticipare questa discussione debba chiedere umilmente scusa a tutti i lavoratori della TIN.
Dal canto nostro ci sentiamo di dire a loro grazie, perché nonostante questo schifo, continuano a salvare vite in silenzio e con amore. Ma gli promettiamo che non molleremo la presa fino a quando non avranno il giusto riconoscimento economico.