Usb Sanità Calabria “il Cdm proclama lo stato di emergenza per la sanità calabrese”
Occhiuto tradito dai suoi amici, il commissario commissariato.

Non c’era certo bisogno di un CDM per sapere che la sanità in Calabria è in uno “stato di emergenza”: bastava chiedere a qualsiasi calabrese per rendersene conto.
Tuttavia, la decisione presa ieri sera da Meloni e dai suoi sodali rappresenta una scelta storica: infatti, non è mai successo prima d’ora che in una regione venisse proclamato lo stato d’emergenza perché la sua sanità è al collasso.
Eppure, eccoci qui, con il Consiglio dei Ministri che certifica quello che i lavoratori della sanità calabrese denunciano da anni: il fallimento totale del commissariamento. E chi era il commissario che doveva risolvere tutto? Proprio Roberto Occhiuto, che ora si ritrova a essere commissariato a sua volta.
Uno schiaffo politico clamoroso, un’umiliazione senza precedenti: doveva far uscire la Calabria dal commissariamento e invece ha ottenuto un “super commissariamento”.
O se preferite, un “commissariamento del commissario”. Parafrasando Branduardi: “E venne il governo che commissariò il commissario, che alla fiera dell’est per due soldi mio padre comprò”.
USB Sanità Calabria accoglie con profonda preoccupazione questa decisione. Siamo lavoratori e lavoratrici che nella sanità calabrese ci lavorano ogni giorno, e sappiamo bene quanto sia emergenziale la situazione.
Ma sappiamo anche che gli “stati di emergenza” e i commissariamenti non hanno mai risolto nulla, anzi, hanno sempre peggiorato la situazione.
Il ricorso a questa misura è la prova definitiva del fallimento del commissariamento: dopo anni di tagli, ospedali chiusi, blocco delle assunzioni e privatizzazione selvaggia, ora ci raccontano che la soluzione è un’altra gestione straordinaria. Abbiamo memoria lunga, e sappiamo che lo stato di emergenza è solo uno squallido trucco per aggirare le regole e arricchire i soliti noti.
Lo abbiamo visto con la pandemia da COVID-19, quando gli stati di emergenza servivano a far guadagnare milioni a chi vendeva mascherine inutilizzabili, mentre i lavoratori della sanità si arrangiavano con pezzi di stoffa e riutilizzavano mascherine scadute.
Lo abbiamo visto nell'”era Bertolaso”, dove ogni evento diventava emergenza per appalti senza gara e per ingrassare gli amici degli amici. Ora lo rivedremo in Calabria, dove con la scusa dell’urgenza si faranno lavori senza controlli, senza trasparenza, senza alcun beneficio per i cittadini.
Se il governo vuole davvero risolvere la crisi della sanità calabrese, non ha bisogno di commissari né di stati di emergenza. Bastano tre semplici misure:
1. Riapertura immediata dei 18 ospedali chiusi durante il commissariamento.
2. Definanziamento totale della sanità privata regionale, che drena risorse pubbliche senza migliorare la salute collettiva.
3. Abolizione del vincolo di spesa per le aziende sanitarie calabresi, per permettere assunzioni di personale sanitario e garantire un servizio pubblico efficace.
Senza queste misure, il governo, tra commissariamenti del commissario e stati d’emergenza, sta solo giocando sulla vita dei cittadini calabresi. Ma alla fine sappiamo purtroppo che non c’è nulla di nuovo nemmeno in questo!
USB SANITÀ CALABRIA