Cosenza

Vaccarizzo Albanese lancia brand destinazione turistica

Ispirata alla Gjitonia, nasce Vakarici il salotto diffuso.

vakarici salotto diffuso - vaccarizzo albanese

Noi non abbiamo il futuro, un po’ perché ce l’hanno rubato, un po’ perché ce l’hanno fatto credere, un po’ perché ci abbiamo maledettamente creduto, scatenando una ferale oicofobia che ci zavorra tutti rendendo granitiche le nostre incomprensibili convinzioni di inferiorità e inadeguatezza. (..)

La Calabria è il mondo arbëreshe che è arbëreshe pur essendo calabrese ed è calabrese pur rimanendo intatti l’orgoglio e l’identità arbëreshe. (..) È la presenza di marcatori identitari distintivi esclusivi, solo nostri, irripetibili, che rappresentano una ricchezza incommensurabile, ma che come ogni tesoro che brilla alla luce del sole, paradossalmente, deve essere ancora scoperto.

È l’invenzione visionaria di Vakarici Il Salotto Diffuso, che rende casa la piazza, famiglia la gente, concittadini gli estranei e che rende il turismo esperienziale. Dove ogni esperienza non è un’esperienza e basta ma completamente un’altra vita. (..)

Può essere riassunta, evocata e rilanciata con ed in questi estratti dal Monologo, DOV’È CALABRIA È POESIA, interpretato magistralmente dalla straordinaria attrice Annalisa Insardà, la visione, la rottura, la prospettiva e la bellezza dei contenuti e degli strumenti di sviluppo, analizzati e condivisi nel corso dell’originale evento di presentazione ufficiale del brand di destinazione turistico-esperienziale di Vaccarizzo Albanese che ha aperto la partecipatissima settima edizione del Fish Festival, quest’anno con protagonista assoluto l’agrichef Enzo Barbieri.

La magia magnetica della Insardà, nel cui monologo hanno risuonato anche parole, concetti, provocazioni e scintille come Oicofobia, Mid, Arbëreshe e Salotto Diffuso, ha concluso un articolato percorso di confronto e di approfondimento che, coordinato dal Direttore de L’Eco dello Jonio Marco Lefosse, ha visto alternarsi artigiani, economisti, imprenditori, rappresentanti della Chiesa e delle istituzioni.

Il progetto è sicuramente tra le novità più importanti nel panorama istituzionale calabrese: è stato realizzato e presentato, per la prima volta da parte di un comune, anzi di un piccolo comune di 1000 anime e dell’entroterra, il proprio brand unico di marketing territoriale che nei prossimi mesi ed anni confezionerà, spiegherà, promuoverà e racconterà tutta la proposta culturale, sociale e turistica di Vaccarizzo Albanese, come destinazione esperienziale attrattiva e fruibile, da vivere 365 giorni l’anno.

Promosso dall’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Antonio Pomillo in sinergia con le società Lenin Montesanto – Contenuti Strategie & Lobbying e Roka Produzioni – Eventi & Comunicazione creativa che firmano in partnership il progetto per VAKARICI unico nel suo genere, ospitato nei giorni scorsi nel Museo delle Statue di Piazza Scura inaugurato nelle scorse settimane, l’evento è stato sostenuto da Amaro Bizantino e Caffè San Vincenzo.

VAKARICI. IL SALOTTO DIFFUSO (questo il nome del progetto di marketing territoriale e del corrispondente brand grafico) non nasce oggi – ha esordito il Sindaco Antonio Pomillo.

È un percorso partito, almeno in termini di consapevolezze, quasi dieci anni fa, figlio e sintesi della visione che abbiamo condiviso in questi anni. L’obiettivo era quello di costruire progressivamente una destinazione turistica che potesse attrarre ed essere vissuta tutto l’anno.

E lo abbiamo portato avanti sottolinea il Sindaco affiancando questo impegno preciso e determinato alla parallela e continua azione di individuazione e di recupero di importanti fondi extra bilancio (circa 26 milioni di euro in un decennio), utilizzati per migliorare servizi, infrastrutture e complessiva fruizione del borgo.

Il progetto ed il naming vero e proprio prendono forma concreta ha ricordato il Primo Cittadino nell’estate del 2017, esattamente in occasione della prima edizione del Fish Festival, quando Lenin Montesanto ci propose di realizzare nelle piazze di Vaccarizzo Albanese il proprio matrimonio all’aperto, facendo del perimetro del nostro borgo, appunto, un salotto diffuso.

Nasce così un format, al quale abbiamo subito aderito come Amministrazione Comunale e che è stato riempito progressivamente di contenuti identitari e distintivi: dalla costruzione di un profilo storico-esperienziale della Città all’individuazione di eventuali Marcatori Identitari Distintivi (MID) anche territoriali, dallo studio e dalla realizzazione dell’icona originaria del Salotto Diffuso disegnata artigianalmente su mattonelle consegnate agli ospiti come bomboniera e souvenir dell’evento, effettivamente realizzatosi poi il 14 luglio del 2018 e che da quel momento ha disvelato tutto il suo potenziale di sviluppo e replicabilità su scala almeno euro-mediterranea, non solo in termini di eventi di qualità ma anche e soprattutto di codificazione e promozione di valori e buone pratiche per l’accoglienza nei borghi.

Ed è per tutti questi motivi ha spiegato il direttore Lefosse che Vakarici è un borgo che si è rinnovato, che lo ha fatto con coraggio, che ha saputo puntare sul recupero delle consapevolezze, delle sue origini e della sua identità. E per questo oggi ha una marcia in più!

Il Salotto Diffuso ha spiegato Lenin Montesanto che nel 2017 ne ha ideato concept, format e naming è una complessiva ed articolata proposta valoriale ed esperienziale, riferita ad un borgo o a più borghi vicini ed in rete, basata sulla presenza di precisi elementi urbanistici, paesaggistici e antropici (come ad esempio uno stesso livello diffuso delle piazze e la percentuale di pavimentazione con pietra locale, la struttura concentrica del centro abitato e la presenza di vicoli e corridoi, il tasso di spopolamento di partenza a quindi la possibilità di riutilizzare immobili in albergo diffuso, etc), finalizzata a rendere vivibile tutto il perimetro storico, anche ma non necessariamente attraverso l’organizzazione di eventi, riadattando le diverse piazze come ambienti differenti per funzione ed intrattenimento di uno stesso ed unico salotto, non più elitario ma inclusivo, diffuso appunto.

Pomillo ha aggiunto Montesanto è sicuramente uno di quei sindaci illuminati di cui la Calabria ha bisogno, soprattutto perché ha capito sin da subito che in un tempo comunque limitato di mandato amministrativo, che può durare mediamente un decennio, una qualsiasi amministrazione comunale non può immaginare di risolvere, pro quota, nel perimetro della propria municipalità e con le risorse proprie o che si riesce eventualmente ad intercettare, tutti i gap della bicentenaria questione meridionale.

A Vaccarizzo Albanese, con gli esecutivi Pomillo si è capito ha scandito che si può e che ci si deve occupare di opere pubbliche e di infrastrutture materiali e servizi parallelamente al marketing territoriale ed alla comunicazione strategica dei valori aggiunti identitari e competitivi, attraverso attività e strumenti professionali necessari ha concluso Montesanto per offrire una strategia anche di breve periodo (i flussi turistici non aspettano la realizzazione di strade ed opere pubbliche o l’arrivo di finanziamenti!), in termini di riconoscibilità e fruibilità della destinazione turistica e quindi di produzione e condivisione di reddito e occasioni di crescita economica.

Del resto ha condiviso l’economista Lilia Infelise, apprezzando la giusta direzione di metodo intrapresa da Vaccarizzo Albanese – senza visioni, come quella sottesa a Vakarici Il Salotto Diffuso, è difficile creare progetti.

Più che di strade necessita di collegamenti digitali e ha risposto alle provocazioni del direttore Lefosse a differenza di quanto sostiene ad esempio l’ex presidente Inps Pasquale Tridico nel suo ultimo saggio, il turismo è un sistema complessivo di ospitalità (non necessariamente vacanza) con un impatto economico globale rilevante, generando 319 milioni di occupati ed un contributo enorme al Pil mondiale con 1,7 trilioni di dollari di entrate. È moltiplicatore di sviluppo e driver di sostenibilità e di responsabilità.

L’evento è stato aperto da uno dei diversi contenuti audiovisivi ideati e realizzati in questi ultimi anni dalla Roka Produzioni, attraverso una ricerca identitaria e distintiva qualificante e che oggi ha spiegato il manager Roberto Cannizzaro incrocia e sposa contenuti, metodi e strategie messi in campo in parallelo dal team di Lenin Montesanto con il quale abbiamo deciso di ufficializzare anche graficamente il brand di destinazione con l’hastag #iostobeneavakarici che traduce quell’esperienza complessiva di qualità e autenticità, identità e bellezza che è chiamato a condividere con l’ospite il Salotto Diffuso di Vakarici.

Quello di oggi ha concluso Cannizzaro è un risultato di una strada comune intrapresa nel 2017-2018 e diventa oggi un nuovo punto di partenza per nuovi orizzonti e per Vaccarizzo Albanese e per la Calabria, inedita ed inesplorata.

Il Salotto Diffuso ha spiegato nel suo intervento Papàs Elia Hagi, Parroco della Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli è come se fosse già presente nel DNA delle nostre comunità arbëreshe, la cui unità urbanistico-sociale principale è notoriamente quella delle gjitonie, microsistemi intorno ai quali ha detto ruota la vita del paese katund.

La gjitonia, la cui funzione anche solidale (si faceva il pane a turno per tutti) colpì persino Norman Douglas nella sua tappa a Vakarici immortalata per questo motivo nel suo celeberrimo (e forse anche strumento di marketing territoriale ante litteram) Old Calabria del 1915, è una porzione più piccola del tessuto urbano, una microstruttura costituita da una piazzetta nella quale confluiscono i vicoli, circondata da edifici che hanno aperture verso uno spiazzo più grande sheshi, che solitamente porta il nome dalla persona che vi abita.

Esser riusciti ad esaltare ed a valorizzare questo marcatore identitario dei nostri territori e del nostro borgo ha aggiunto è diventato il vero valore aggiunto competitivo anche per la tutela dello spirito dei luoghi e per disseminare con visione e strategia quell’eleganza mai urlata che ha concluso Padre Elia anche grazie all’impegno costante e convinto dell’Amministrazione Comunale, Vaccarizzo Albanese in questi anni è riuscita a far coincidere con l’immagine e la percezione di se’ all’esterno.

A sostenere con motivazione il progetto VAKARICI. IL SALOTTO DIFFUSO è stato anche Antonello Rispoli, project manager del programma regionale Mid I Start Up.

Complimentandosi con il Sindaco Pomillo per la visione e la strategia intrapresa, nel suo intervento Rispoli (che ha annunciato il nuovo record di 1000 attività aperte con Yes I Start Up nel prossimo mese di settembre) ha colto l’occasione per sottolineare come nella stessa direzione la Regione Calabria, attraverso il Presidente Occhiuto e l’iniziativa dell’assessore regionale alle minoranze linguistiche Gallo, ha messo in campo importanti opportunità per creare posti di lavoro e vivere in destinazioni come Vaccarizzo Albanese, come i recenti bandi per promuovere residenzialità, smart working e start up nell’entroterra.

Novità nella novità, evento nell’evento, ad impreziosire l’ufficializzazione del nuovo brand di destinazione turistico-esperienziale è stata la presentazione in anteprima della nuova collezione tessile Mid Pop Design tematizzata sul Marcatore Identitario Distintivo (MID) degli Arbëreshe di Calabria, ideata, disegnata ed illustrata da Francesca Felice (FFA Architetture & Design).

Le nuove borse per l’estate 2025, realizzate artigianalmente dalla Fabrica Tessile Bossio di Calopezzati e pensate in esclusiva per la presentazione del brand di destinazione Vakarici.

Il Salotto Diffuso, riproducono ha spiegato l’architetto Francesca Felice, annunciando anche una linea con ginestra a telaio manuale per pezzi unici un esclusivo disegno raffigurante in reinterpretazione Pop Art Giorgio Castriota, detto Scanderbeg, condottiero, patriota e principe albanese che nel XV secolo guidò i suoi connazionali alla ribellione contro l’occupazione dell’Albania da parte dei turco-ottomani, considerato l’eroe nazionale albanese.

Il richiamo esplicito ha chiarito è agli arbëreshe di Calabria, oggi la più grande comunità arbëreshe del mondo e per questo, insieme alla lingua tra le cinque di fatto parlate in Calabria, censita tra i 100 Marcatori Identitari Distintivi (MID) della Calabria Straordinaria.

L’obiettivo ha concluso la Felice resta quello di poter indossare con leggerezza, freschezza ed orgoglio la grande bellezza del nostro patrimonio identitario e distintivo. Sono in doppio tessuto con fronte stampato, interno in monocolore e manici in tessuto.

I colori ricordano l’Arberia e l’Albania ed i contrastanti accostamenti sono la caratteristica principale che le rende uniche. Il design è studiato per chi non vuole passare inosservato.

I tessuti del passato ha detto Vincenzo Bossio, titolare della storica omonima fabbrica tessile, elogiando la sfida intrapresa da Vaccarizzo Albanese sono come un libro: essi contengono disegni unici che rischiano di perdersi e con essi tracce intere e preziose delle nostre civiltà.

Recuperarne, quindi, le linee ed anche rievocarne identità e significato, contribuisce a condividere energie per il futuro.

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