VIII Congresso FAI CISL Cosenza, Antonio Pisani confermato Segretario Generale
In Segreteria Carmela Cristiano e Roberto Bruno.
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L’VIII Congresso della FAI CISL Cosenza dal tema “Alimenta il Futuro. Lavoro, Partecipazione, Sostenibilità”, svolto oggi presso l’Hotel Europa a Rende (CS), ha confermato il Segretario Generale Antonio Pisani alla guida della Federazione territoriale.
Pisani sarà affiancato in Segreteria da Carmela Cristiano e Roberto Bruno. Adelina D’Acri eletta Responsabile del Coordinamento Pari Opportunità.
«Sostenere e valorizzare i lavoratori dei nostri settori di competenza ha detto Pisani nella relazione introduttiva vuol dire investire in professioni che non solo generano valore economico, ma contribuire alla sostenibilità e al benessere del territorio.
Serve però una strategia a lungo termine, che faccia della partecipazione sociale, economica e anche culturale, uno dei paradigmi fondamentali per una visione condivisa.
Nel nostro territorio, agricoltura, agroalimentare, pesca, sistema allevatoriale e settori legati al lavoro ambientale, continuano ad essere una risorsa fondamentale sia in termini di produzione che di occupazione, soprattutto nelle aree rurali e montane.
La transizione ecologica rappresenta una grande opportunità per la creazione di nuovi posti di lavoro “verdi” nella provincia di Cosenza, nei settori dell’agroalimentare e dell’ambiente».
Intervenuto in videocollegamento anche il Segretario Generale della FAI CISL nazionale Onofrio Rota che, oltre a confermare il pieno sostegno alla Federazione regionale nelle battaglie per i lavoratori dei consorzi di bonifica e per gli operai forestali, ai quali viene ancora applicato un contratto integrativo scaduto nel 2011, ha anche ricordato le misure prese dal governo con l’ultimo Decreto Agricoltura e in materia di lavoratori stranieri: «
Misure che hanno trovato il nostro consenso perché accolgono le nostre proposte per minare il terreno degli sfruttatori, delle cooperative senza terra e di chi specula sui flussi migratori, ma adesso serve l’attuazione concreta di quelle norme, a partire dalla tutela dei lavoratori che denunciano i propri sfruttatori.
Anche il Click day appena terminato ha confermato che si tratta di uno strumento inadeguato, come sosteniamo da tempo e come fatto presente al governo: molto meglio sarebbe coinvolgere gli enti bilaterali agricoli territoriali per incrociare domanda e offerta di manodopera e le parti sociali per consolidare competenze e tutele».
Il Segretario Generale FAI CISL Calabria Michele Sapia ha sottolineato come: «Il mancato recepimento del contratto integrativo regionale per il settore forestale, continua a suscitare preoccupazione e a generare tensioni nei luoghi di lavoro.
Situazione, gravissima e ingiustificabile, per cui è stato proclamato lo stato di agitazione dell’intero settore forestale calabrese, chiedendo un incontro urgente al Presidente Occhiuto.
Il silenzio da parte della Regione è dannoso per i lavoratori e non favorisce il giusto dialogo sociale, che è invece necessario per promuovere una nuova visione per la forestazione calabrese.
È urgente un confronto che permetta di ampliare le tutele e le garanzie per i lavoratori nei settori del sistema forestale e agro-ambientale regionale, come dimostra il recente rinnovo del contratto aziendale regionale dell’Arsac».
Il Segretario Generale della CISL Calabria Giuseppe Lavia, ha dichiarato: «Il sistema agro-ambientale forestale fattore decisivo per il futuro del territorio.
Tante aree di eccellenza, cui fanno da contraltare aree grigie, di sfruttamento e caporalato che dobbiamo arginare, per promuovere il lavoro dignitoso.
Urgente un grande Piano di cura del territorio e di difesa idrogeologica. Serve costruire il ricambio generazionale perché la forestazione Calabrese non sia un bacino ad esaurimento».
Ha concluso l’assemblea congressuale la Segretaria nazionale FAI CISL Raffaella Buonaguro che ha sottolineato come l’agroalimentare italiano ha saputo ritagliarsi un posto di rilievo nell’economia nazionale, arrivando al 15% del Pil nazionale e a un export cresciuto del 90% in un decennio:
«Ma continueremo a denunciare ha aggiunto la sindacalista l’alto tasso di irregolarità, che nel lavoro agricolo raggiunge il 34%, con violazioni in materia di sicurezza, previdenza, salario, alloggi, trasporto sul luogo di lavoro: i più esposti sono soprattutto i lavoratori stranieri, in particolare quelli sprovvisti di permesso di soggiorno, per questo siamo orgogliosi di aver messo in campo in questi anni tante iniziative in tutta Italia, come le campagne
Mai più ghetti, Sos caporalato, Tutele in movimento».