Violenza sulle donne, serve una rivoluzione culturale
Un lavoro che deve vedere coinvolte tutte le istituzioni in un lavoro a più mani che aiuti non solo gli uomini a non rendersi protagonisti delle violenze ma anche le donne vittime a riconoscersi come chiedendo sostegno e denunciando.
Ma se le donne stanno cercando di cambiare le cose, di dare il giusto nome ai fenomeni e denunciare narrazioni sbagliate, non possono portare da sole il peso di questa battaglia. Contrastare la violenza di genere e chiedere alle istituzioni di intervenire non può essere una lotta esclusiva delle donne. Servono misure ben oltre l’inasprimento delle pene e l’introduzione di strumenti come i braccialetti elettronici. Serve una vera e propria rivoluzione culturale, un profondo mutamento che coinvolga tutti.
Le istituzioni, i sindacati e le varie associazioni devono essere anelli della stessa catena in questa lotta agendo anche nella fase successiva alla denuncia contribuendo al reinserimento delle vittime dal punto di vista sociale e lavorativo.
Strategico poi il ruolo della prevenzione. Da giocare a partire dalle giovani generazioni sia con il sesso femminile che con quello maschile. La violenza va riconosciuta come tale e va evitata, individuata, messa all’angolo. Crescere future donne e futuri uomini consapevoli è parte integrante e viva di una società migliore.
Caterina Vaiti, Segretaria Confederale Cgil Calabria
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